Generalmente si ritiene che i bambini adottati abbiano mediamente maggiori problemi psicologici e comportamentali rispetto ai loro coetanei ma in realtà non è possibile né corretto livellare le molteplici esperienze che possono caratterizzare il percorso adottivo di un bambino e creare la generica categoria del “minore adottato”; alcuni possono aver avuto un percorso di vita decisamente più traumatico rispetto ad altri, essere stati adottati a poche settimane dalla nascita o in età scolare. Non va sottovalutato il reale successo di molte adozioni in cui, bambini anche gravemente carenziati, hanno trovato forti figure genitoriali che li hanno aiutati a rielaborare il personale percorso di vita. Studi e ricerche internazionali tendono invece ad evidenziare la condizione maggiormente problematica dei minori adottati in confronto ai coetanei. Nel 2002 Hjern, Lindblad e Vinnerljung, ad esempio, hanno effettuato in Svezia un’ampia ricerca che ha coinvolto 11.320 figli adottivi, 2.343 fratelli biologici dei minori adottati e 4.006 immigrati; i risultati hanno mostrato una probabilità maggiore per i figli adottivi di suicidio, disturbi mentali, tossicodipendenza ed alcolismo ma anche che l’82% dei maschi e il 92% delle femmine hanno un buon adattamento e un funzionamento psichico e sociale nella norma[1]. Con un imponente lavoro di ricerca, nel 2006, H. van Ijzendorn e F. Juffer, hanno sostanzialmente minimizzato le differenze tra figli adottivi e soggetti non adottati, risultati a cui sono giunti anche altri ricercatori che tuttavia hanno sottolineato la maggiore significatività di un confronto fra minori abbandonati rimasti in istituto e quelli accolti invece in famiglia[2]; a questo proposito, una ricerca spagnola promossa dalla Junta de Andalucìa, ha evidenziato come rendimento e motivazione scolastica degli alunni adottati e non, siano molto simili ma si distanzino invece da quelli dei bambini istituzionalizzati[3].
Tabella 1 – Dati della ricerca L’adozione in Andalucìa citata in AAVV L’inserimento scolastico dei minori stranieri adottati a cura della Commissione per le adozioni internazionali e dell’Istituto degli Innocenti di Firenze, Scuola Sarda Editrice, Cagliari 2004.
Rendimento | Adottati | Compagni di classe | Istituzionalizzati |
Molto alto | 6% | 9% | 1% |
Alto | 27% | 30% | 5% |
Medio | 35% | 39% | 28% |
Inferiore alla media | 19% | 15% | 38% |
Molto inferiore | 13% | 7% | 27% |
Tabella 2- Dati della ricerca L’adozione in Andalucìa citata in AAVV L’inserimento scolastico dei minori stranieri adottati a cura della Commissione per le adozioni internazionali e dell’Istituto degli Innocenti di Firenze, Scuola Sarda Editrice, Cagliari 2004.
Motivazione | Adottati | Compagni di classe | Istituzionalizzati |
Molto motivati | 17% | 21% | 1% |
Motivati | 35% | 36% | 17% |
Intermedi | 29% | 30% | 39% |
Poco motivati | 15% | 11% | 32% |
Per niente motivati | 4% | 2% | 27% |
Un altro dato significativo riguarda i titoli di studio conseguiti dai minori adottati: la ricerca della C.A.I. ha messo in evidenza come il 14,8% del campione sia laureato, percentuale che, sommata a quella dei diplomati, raggiunge un positivo 80,7%[4]. La scarsità di ampie ricerche, in merito all’inserimento scolastico dei minori stranieri in stato d’adozione e alle eventuali relative difficoltà d’apprendimento, rende necessario interpretarne i risultati con cautela tuttavia i dati portano a ritenere che le performance scolastiche dei figli adottivi non si distanzino significativamente da quelle dei figli biologici.
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