Con questo articolo vorrei aprire un dibattito su questo argomento: esistono delle peculiarità nella separazione dei genitori adottivi oppure non ci sono differenze con la fine del progetto di unione di qualsiasi famiglia?
Il numero delle separazioni in Italia è costantemente in aumento, pur mantenendosi ancora al di sotto della media europea. Nel 2010 le separazioni sono state 88.191 e i divorzi 54.160. Il 68.7% delle separazioni e il 58.5% dei divorzi hanno riguardato coppie con figli avuti durante il matrimonio (www.istat.it/it/archivio/66665). In questi numeri, anche se in una percentuale ridottissima, si assiste ad un incremento delle separazioni anche per quanto riguarda le famiglie adottive. Se è possibile affermare con convinzione che non è solo l’evento della separazione in sè, ma soprattutto come avviene la fine della storia comune della famiglia a far soffrire i figli (adottivi e non), dall’altra parte sorgono delle perplessità che rientrano esclusivamente nella realtà della famiglia adottiva.
Innanzitutto occorre fare una premessa necessaria per tutti i genitori che si separano: non voler far soffrire i propri figli dovrebbe essere una convinzione condivisa da tutti. Tutti quanti desideriamo ogni bene e il meglio per i nostri figli. Di conseguenza, quando il rapporto d’amore tra gli adulti finisce, i genitori si trovano a gestire il peso di dover coinvolgere i figli in questa sofferenza. La preoccupazione verso i minori si aggiunge all’enorme carico di sentimenti, dolori e pensieri che le coppie provano in questo periodo: paura, ansia, sfiducia, riscatto, vendetta, amore, gelosia, angoscia, incertezza, svilimento, senso di colpa, rabbia…
Per questo motivo trovare l’energia e la lucidità per rimanere genitori, senza farsi travolgere dal conflitto coniugale non è per nulla facile. A volte, anche con le migliori intenzioni, i figli vengono contesi, sballottati, ”usati” dai grandi, che non se ne rendono conto, perché sono invischiati nella contesa contro il partner. A volte il conflitto non si esaurisce, anzi può inasprirsi e degenerare in una guerra infinita che miete le sue ”vittime”: la serenità, la possibilità di andare avanti, il dialogo, la fiducia, la speranza che le cose possano cambiare.
Sicuramente i figli soffrono quando mamma e papà comunicano la fine della loro storia di famiglia unita, ma possono essere aiutati da entrambi i genitori sia ad elaborare questo dolore sia ad adattarsi ai cambiamenti che necessariamente verranno attuati, ad esempio vivere in due case diverse, avere un calendario di incontri prestabilito oppure trascorrere del tempo con un genitore alla volta. Se i genitori continuano ad occuparsi insieme dei propri figli e condividono la loro crescita, dimostrano ai loro figli che, nonostante la separazione e la fine dell’amore coniugale, l’amore per loro è più importante ed è per sempre. Dimostrano anche che si può andare avanti, che si riesce ad andare oltre i momenti bui e difficili che nella vita possono capitare. Se, invece, vince la guerra, che sfinisce i coniugi e inasprisce i rapporti, i figli rimangono coinvolti in questa enorme fatica e difficilmente riescono a “far rimarginare la ferita” della separazione.
Se quanto scritto vale in generale, soffermiamoci ad analizzare in breve la realtà della separazione nella famiglia adottiva con le possibili implicazioni che sono tipiche esclusivamente della realtà di genitori e figli adottivi.
Alcune tipiche constatazioni di genitori in conflitto: “neppure noi siamo riusciti a dare ai nostri figli la famiglia che meritavano“, “i nostri figli hanno già sofferto e adesso li facciamo soffrire anche noi“, “questi bambini continuano a pagare le scelte che fanno i grandi per loro“. Nel caso dei genitori adottivi che si separano possiamo ipotizzare che a livello personale proveranno dei sensi di colpa ulteriori rispetto a quelli che normalmente i genitori provano nei confronti dei loro figli?
“Era meglio che li lasciavano al loro paese questi poveri bambini“, ”cosa li hanno adottati a fare che non sono stati capaci di tenere unita la famiglia“. I genitori separati possono sentirsi giudicati dalla società oltre che per la separazione anche per l’adozione, che diventa un’aggravante nel pensiero comune?
I nostri figli sono bambini che spesso hanno problemi di autostima, bambini che a volte tendono a colpevolizzarsi per quanto è accaduto, bambini che provano rabbia, ansia, paura…. La separazione può essere per loro una prova supplementare? Un figlio adottato può eventualmente vedere anche nella sua adozione la causa della separazione di mamma e papà? I genitori devono prendere precauzioni particolari nei loro confronti?
I nostri figli hanno alle spalle vissuti importanti che li hanno segnati e con cui devono fare i conti. Noi genitori abbiamo il compito di aiutarli e sostenerli nell’affrontare e rielaborare la loro storia durante tutto il loro cammino. Anche la separazione dei genitori è un evento di cui si può parlare e che potrà essere elaborato con l’aiuto di mamma e papà, perchè, anche se non si è più coniugi, genitori lo si è per sempre.
Salve a tutti
purtroppo sono anch’io un genitore come tanti italiani, separato e con due figli.
non ho mai fatto una colpa di nulla alla mia ex con i bambini, ma sono perfettamente consapevole che ciò accada quotidianamente (lei mi ha colpevolizzato e accusato senza ritegno con i bambini che ora non sanno più cosa rappresento per loro).
Il problema è diffuso e non è il solo: noi genitori separati non abbiamo grandi diritti nel momento in cui siamo padri (nei confronti dei nostri figli) o se e quando pensiamo addirittura di ricostruirci una vita e cercare di adottare un bambino, non abbiamo aiuti di alcun tipo da parte delle istituzioni o dai servizi sociali.
Purtroppo non esitono suggerimenti, non esiste una strada che possa essere seguita in modo indolore. Ciascuno di noi affronta il dolore della separazione e in qualche modo lo trasmette ai bambini senza possibilità di aiutarli o amarli come meritano.
Mio marito mi vuole lasciare ad un passo dall’adozione. Io desiderato moltissimo questo bambino, ma lui si è spaventano quando stava arrivando il momento per paura d non farcela ad affrontare le difficoltà di un bimbo piccolo e adottivo e di colore e se ne andato di casa
Cara Sonia, mi dispiace moltissimo per quello che stai attraversando e ti capisco tanto perché sono una madre adottiva e perché mio marito, invece, ci sta per lasciare ora…..era forse meglio se anche lui faceva come tuo marito e ci pensava prima. Però quest’ultima è una frase che lascia il tempo che trovano a perché capisco bene il tuo desiderio di avere questo bambino e la decisione di tuo marito è per te una doppia perdita.