La mia difficile esperienza di madre adottiva mi ha portato a riflettere sul tema dell’idoneità e soprattutto su quanto questo porta con sè.
Dopo alcuni anni dalla nascita biologica della nostra primogenita, abbiamo dovuto fare i conti con l’impossibilità per la nostra coppia di poter nuovamente generare. Ho vissuto personalmente l’ansia che si nasconde dietro all’attesa di un figlio che non arriva, quanta paura e quanta angoscia.
Desiderando avere una famiglia con più figli, abbiamo pensato quindi di adottare un bambino e abbiamo fatto tutto l’iter previsto con i servizi, il Tribunale dei Minori e l’ente autorizzato che ci ha portati da nostra figlia.
Sono assolutamente d’accordo con il criterio che pone come fine prioritario dell’adozione quello di dare una famiglia a un bambino e non il contrario, dare un figlio a una coppia.
Ma la nostra storia di famiglia è stata molto faticosa e soprattutto dolorosa per tutti e per ciascuno di noi.
Oggi, col senno di poi e a quale prezzo, ho capito che non dovevano darci l’idoneità. Lo dico, anzi, lo affermo, ora.
Se il Tribunale per i Minori, allora, ci avesse rifiutato l’idoneità, io avrei mosso mari e monti e avrei lottato come una leonessa.
Avrei urlato che il tribunale non aveva idea, che erano tutti degli incompetenti, che io avevo già una figlia biologica e quindi sapevo perfettamente essere madre, come si permettevano di giudicarci, etc. Avrei fatto ricorso e ne avrei dette di tutti i colori di giudici, psicologi e assistenti sociali certa della nostra famiglia e delle sue potenzialità.
E in questi miei atteggiamenti riconosco il processo e l’ossessione di tante coppie che in questi anni ho incontrato.
Ma quello che le mie figlie hanno vissuto, e noi con loro, mi porta a riconoscere che non eravamo idonei all’adozione.
Forse bisognerebbe fidarsi di chi ci giudica, quando mettono in luce le criticità o le debolezze che ci danno fastidio.
Forse bisognerebbe preparare psicologi e assitenti sociali ancora di più, perché possano aiutare le coppie, che danno la loro disponibilità, a capire veramente cosa significa essere genitori adottivi e – soprattutto – se saranno in grado di esserlo.
Forse bisognerebbe verificare coi bambini adottabili, che sono sempre più grandi, se l’adozione è una strada per loro percorribile. Perchè, purtroppo, non per tutti lo è.
Nessuno ha la bacchetta magica o la sfera per predire il futuro, ahimè.
Mercedes Mas Solé
Grazie per la tua dolorosa testimonianza, anche la mia è una storia molto complicata, ma sono certa che forse come genitori, non siamo stati proprio all’altezza e pesa come un macigno un decreto in cui si dice che la mamma sarebbe stata in grado di fare anche la parte del padre.
Queste parole dovevano farmi riflettere sul fatto che come coppia in fondo non eravamo idonei, ma lo stesso tribunale doveva rivedere l’idoneità secondo me. Devono cercare coppie in cui entrambi, nello stesso momento del percorso, siano in grado di accogliere con la stessa empatia.
Un genitore non può e non deve fare le parti di entrambi.
Sono certamente dispiaciuto per il negativo esito della vostra esperienza, ma sono convinto, anche da quello che leggo, che non erano certamente i vostri presupposti iniziali.
Ognuno di noi si impegna al meglio per affrontare le criticità di ogni situazione, ci mette sicuramente tanto amore, come sono convinto avete fatto voi, poi le cose possono prendere una piega differente magari perché si commettono degli errori, e di questi occorre farne tesoro per ripartire e migliorare se stessi e chi ci è vicini.
Quindi credo che ogni componente di questa storia diventerà sicuramente più forte dopo questa esperienza, sia esso genitore o figlio.
Solo chi non si mette in gioco non sbaglia.
Comunque spero che la vostra esperienza possa rafforzare e preparare maggiormente le tante coppie che hanno scelto di adottare e che oggi sono in attesa e bloccate dall’emergenza sanitaria che ha colpito il nostro mondo.
Esorto chiunque ne abbia la possibilità ad adottare affinché diano a questi bambini la possibilità di essere accolti dal calore di una famiglia, ricordando che dapprima vi deve essere la fondamentale Unione e amore di coppia che dovrà successivamente accogliere con se la creatura che non attende altro che essere amata.
Io credo non si debba colpevolizzare dicendo non ci dovevano dare l’idoneità, ricordiamoci che siamo persone con proprie motivazioni ma animati da sentimenti e buone intenzioni certo con i nostri umani limiti ci mettiamo in gioco per la vita dare un futuro a minori diciamo sfortunati. Da genitore adottivo mi permetto di raccontare quanto mi è successo per porre l’attenzione sulla poca considerazione che si ha di noi, oltre alla troppa incompetenza inconsapevole di tanti addetti ai lavori.
Mia figlia allontanata dalla famiglia biologica a otto anni e con noi dai nove anni, è sempre stato difficile lo sapevamo, con l’adolescenza sono aumentati i problemi, quindi in accordo con il Tribunale si è deciso l’inserimento in una Casa Famiglia, le cose sembravano andare bene ma utilizzando i social ha ritrovato la famiglia biologica, quindi a quindici anni è stata accompagnata dalla madre biologica e lasciata a pranzo, gli educatori l’aspettavano nel bar sotto casa, questo avveniva senza informare noi ne il Tribunale che non ha avuto nulla da eccepire, peraltro lo stesso che l’aveva allontanata per gravissimi motivi, il tutto è stato giustificato con la ricerca delle origini, ma le sue erano ben note!
Da allora ha frequentato i famigliari, prima con allontanamenti anche di più giorni che dovevamo denunciare perché minorenne, con la maggiore età tranquillamente. La decisione venne presa da una rete formata da servizi sociali la casa famiglia due psicologhe e uno psicoterapeuta con cui rielaborava i traumi subiti, da notare che noi eravamo i committente di una psicologa e dello psicoterapeuta ma nonostante questo hanno preso una decisione che ci riguardava, a nostra insaputa, dopo di allora nessuno si è preoccupato umanamente di domandarci come avevamo vissuto la vicenda, men che meno di valutare e monitorare le conseguenze di quanto avvenuto o di darci una spiegazione secondo giurisprudenza. Da allora mi domando se quanto avvenuto fosse la scelta più utile per aiutare mia figlia in un periodo quale l’adolescenza già complicato di suo.
Oltre a questo quello che mi ha ferito è stata la poca attenzione a quanto successo data dalle associazioni che si occupano di adozione perché delle situazioni scomode non bisogna parlarne, mentre credo che chi vuole adottare deve essere ben consapevole di cosa potrà capitare .