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29 Settembre, 2020

Gli indicatori di benessere nel bambino adottivo

Quali indicatori caratterizzano lo stato di benessere del proprio figlio?
Mariangela Corrias
Mamma biologica, psicologa, esperta in Psicologia dello sviluppo e dell'educazione

Nel parlare di indicatori di benessere non si intende semplicemente l’assenza di malattia, ma una soddisfazione generale ed evidente. Ma come fare per comprendere se il proprio figlio “sta bene” ed è relativamente sereno? In questo articolo si cercano di definire alcune caratteristiche che indicano un sufficiente stato di benessere nel bambino.

Un bambino in uno stato di “ben-essere” è un bambino soddisfatto della propria vita, felice di vivere. Raggiungere uno stato di benessere per un bambino adottato significa avere la possibilità di elaborare e riparare le ferite di cui è portatore. Nella vita quotidiana, i genitori hanno la possibilità di aiutarlo a raggiungere un livello di benessere e una soddisfacente qualità della propria vita.

Alcuni degli indicatori  di benessere per un bambino sono:

  • È capace di  instaurare positive relazioni con gli altri. Entra raramente in conflitto, e pur non potendo andare d’accordo con tutti, ha un buon numero di compagni e amici con cui gioca o si vede, e con i quali sta bene.
  • Riesce ad instaurare una buona relazione con i familiari: in casa c’è scambio di affetto, di coccole, di confidenze. Ha il desiderio di comunicare con loro.
  • Possiede buone capacità relazionali e ha una buona rete amicale. Con le relative differenze dovute al temperamento più o meno socievole, ha per esempio un certo numero di amici con cui si trova bene, che invita e che lo cercano.
  • Possiede un buon contatto con il suo mondo emotivo. Il bambino è capace di comunicare come si è sentito e ciò che ha provato nelle situazioni di vita quotidiane. Sa esprimere in maniera adeguata sentimenti di tristezza, di rabbia o di gioia.
  • È dotato di un buon grado di autonomia personale, proporzionato alla sua età cronologica. Il bambino dimostra un certo grado di indipendenza nello svolgimento delle attività quotidiane.
  • Padroneggia in maniera sufficiente le sue emozioni. Le sa esprimere, ma raramente si lascia sopraffare da sentimenti di rabbia o di depressione.
  • Appare globalmente fiducioso nei confronti di chi lo circonda. Il bambino, per esempio, si rivolge con fiducia ai genitori, quando ha una difficoltà.
  • Dimostra interesse per le attività che svolge. Si dimostra coinvolto e svolge le sue attività con piacere (non aspettatevi però che vada a fare i compiti saltando dalla gioia!).
  • Possiede una sufficiente autostima. Il bambino è consapevole dei suoi pregi e accetta serenamente i suoi limiti.
  • Mostra un sufficiente benessere fisico ed energetico. Un bambino che è spesso stanco e svogliato è un bambino che nasconde qualche problema.

 Fattori protettivi.

E’ importante riuscire a creare un ambiente il più possibile sano, rassicurante, che faccia scoprire la gioia di vivere in una famiglia dove ci si senta amati, accettati, benvoluti.

Cosa si può fare? Ecco qualche  semplice suggerimento.

  • Promuovete il contatto fisico. L’amore si esprime anche attraverso il contatto fisico, le carezze. La carenza di contatto che hanno i bambini adottati è abissale.
  • Valorizzatelo. Mettete in luce l’aspetto positivo di ciò che fa.
  • Incoraggiate il gioco e giocate con lui. Il gioco è un grande strumento di comunicazione.
  • Dategli fiducia. Sono degni di essere amati per quello che sono. Accettati e benvoluti anche se non si comportano bene. Avere la capacità di separare l’eventuale comportamento sgradevole dal valore della persona. Se un bambino non si comporta bene non vuol dire che è cattivo, vuol dire semplicemente che ha compiuto un gesto sgradevole o non adeguato.
  • Cercate di avere un atteggiamento coerente e costante. Devono sapere cosa aspettarsi. Poche regole, ma ferme. Non riempite la vostra giornata di “no!”.
  • Allentate la pressione sulla scuola. Seguitelo nella scuola, ma soprattutto aiutatelo a diventare autonomo. La vostra vita non deve diventare un campo di guerra. Se avete difficoltà, parlate con le insegnanti o rivolgetevi a un esperto per capire come muovervi. Se si ostina a non voler fare i compiti, può essere un’idea farlo aiutare da una persona estranea alla famiglia.
  • Permettetegli di esprimersi e di comunicare con voi. Ha il diritto di sentirsi arrabbiato, impaurito, in ansia. Qualunque emozione è lecita. Sono le azioni che vanno gestite. Aiutatelo a dare un nome alle emozioni che prova, e ascoltatelo.
  • Date una risposta alle sue domande, esplicite e implicite.  Imparare a leggere fra le righe, e saper identificare la reale comunicazione che sta facendo il bambino al genitore, è indispensabile per rispondere correttamente anche ai bisogni che lui non riesce a esprimere. Per esempio, un bambino adottato che domanda: come nascono i bambini? sta probabilmente chiedendo informazioni sulla sua storia adottiva e sulle sue origini.

Infine sviluppare la capacità di provare empatia, saper riconoscere i bisogni dei figli ed essere in grado di dare loro una risposta positiva, occuparsi di loro con accoglienza e accettazione per quello che essi sono realmente, mantenere equilibrio e coerenza nello stile educativo, sapersi mettere in discussione, sono alcune fra le caratteristiche indispensabili per un genitore, in grado di fare un percorso di crescita insieme ai suoi figli e fornendo loro stabilità, affetto e libertà.

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