A TUTTE LE MAMME CHE HANNO FIGLI SIA ADOTTATI CHE NATI DALLA LORO PANCIA.
Vorrei regalare a queste mamme una frase che per me è stata fondamentale per la mia vita.
Nel 1943 quando avevo tre anni, mio padre rimase vedovo. Mia madre lasciava oltre me, cinque bambini tra i dieci e i due anni.
All’epoca, alle elementari, nella stessa classe c’erano bimbi di tutte le età, soprattutto in campagna.
Fu così che la maestra dei miei fratelli sposò mio padre nel 1945, diventando mamma di sei bambini in un solo colpo: tre maschi e tre femmine. Nel 1946 dalla nuova unione nacque Anna e così diventammo sette figli.
Ricordo un pomeriggio di primavera quando la mamma mi portò a Cremona, dove lei aveva sempre abitato prima di venire in campagna con noi, per farmi fare una visita specialistica, dato che avevo avuto la broncopolmonite.
Partimmo io, la mamma, una zia e Anna di pochi mesi. Dopo la visita ci portarono in un parco per fare merenda.
A un certo punto incontrammo un’amica della mamma che non la vedeva dalle nozze, la quale chiese indicando Anna che era in braccio: “Questa è tua figlia vera?” .
La mamma con un tono e un atteggiamento duro, che non le avevo mai visto, rispose: “Non me lo ricordo” e aggiunse: “Queste sono le mie figlie”.
Io, che le ero per mano, sapevo benissimo di essere quella “non vera” ed ero pronta, avevo abbassato gli occhi e aspettavo. Sentendo la mamma rispondere in quel modo, mi meravigliai tantissimo e al momento non capii perché fosse stata tanto dura. Non riconoscevo i suoi modi sempre garbati e pazienti, ma intanto le parole erano entrate dentro di me… alzai gli occhi, guardai la mamma in viso e strinsi fortissimo la sua mano…
LEI ERA LA MIA MAMMA e per lei IO E ANNA ERAVAMO UGUALI!
Allora mamme, quando incontrate persone così sciocche da domandare davanti ai vostri figli qual’è quello vero, se può tornarvi utile, vi regalo questa risposta preziosa: “NON ME LO RICORDO”.
Mi piacerebbe essere con voi per vedere la faccia dell’inopportuno ficcanaso e soprattutto rivivere con i vostri figli quello che, bambina, ho provato.
Un abbraccio
Isa
Presentazione del progetto alla pagina: Lettere dal Festival.
Tutte le lettere:
Bellissima testimonianza! Grazie
Meno emozionante della prima (Corti) ma di notevole forza tanto da far vibrare le corde del nostro orgoglio di essere genitori adottivi…
Questa iniziativa della lettera mi aveva lasciato un po’ perplesso all’inizio ma ora mi rendo conto del suo valore. In un mondo di parole liquide (blog, tweet, forum, social-network…) la lettera è quasi come le iscrizioni sulle steli degli antichi… una cosa che rimane.
Mi spiace non aver inviato come altri un mio modesto contributo e sono sicuro che altri come me per scarsa fede, per pigrizia, insicurezza, disattenzione… hanno perso una buona occasione di lasciare un proprio pensiero.
Per questo Vi invito a raccoglierne altre (anche senza concorso, senza premiazioni, senza, lavatrici a teatro), aspetto di leggerne altre, ma quelle che avete postato sono da leggere.
Roberto C.
“Non me lo ricordo” – quando una frase diventa insieme una poesia e una lezione di vita. Grazie a tua madre e a te che ce l’hai ricordata!
Che bella mamma che hai avuto…saggia e forte o forse semplicemente MAMMA!!!!