Noi genitori adottivi, e/o operatori del settore diamo per ovvie un certo numero di affermazioni riguardanti l’iter adottivo, ma chi non ha vissuto direttamente o indirettamente un’adozione spesso pone domande ingenue che in alcuni casi ci fanno sorridere e in altri ci fanno alterare. Per questo motivo tentiamo di compilare una lista di domande basilari con risposte che almeno chiariscano i temi principali dell’adozione come avviene nel nostro paese.
A chi ci si rivolge per adottare un bambino? Per adottare un figlio ci si deve rivolgere al Tribunale per i Minorenni di competenza compilando e presentando una ‘domanda’ che in realtà è una dichiarazione in cui i coniugi offrono la loro disponibilità all’adozione. (Cfr: prepararsi all’adozione)
Si può adottare solo all’estero? No esistono sia la “Adozione Nazionale” volta ad accogliere un bambino nato in Italia, sia la “Adozione Internazionale” tramite la quale si può accogliere un bambino straniero. (Cfr: Adozione nazionale)
Adottare un bambino è così difficile come si sente dire? No, ci sono riuscite numerosissime coppie con caratteristiche comuni. Sono necessarie alcune doti come la perseveranza, la pazienza e una forte motivazione di entrambi i coniugi. A volte ci vogliono alcuni anni e a volte l’attesa e/o le difficoltà inducono alla resa. (Cfr: la decisione)
Una coppia deve essere necessariamente sposata per adottare? Si, è necessario essere sposati all’atto della domanda e si deve dimostrare di essere conviventi da almeno tre anni (sposati da almeno tre anni oppure conviventi da almeno tre anni e infine sposati). (Cfr: requisiti per adottare)
Si possono scegliere i bambini? No, le procedure di adozione escludono la possibilità che si possa scegliere uno specifico bambino come figlio.
Si può scegliere il sesso, il colore, l’età? No, anche se in alcuni casi, nell’Adozione Internazionale, la scelta della provenienza di un bambino straniero da un’area geografica determinano l’etnia e, in parte, l’età.
Le coppie incontrano il bambino nel suo paese d’origine? Si, le coppie si recano nel paese di origine del bambino dove lo incontrano e dove avvengono le procedure legali e burocratiche di adozione secondo le leggi del paese e della Convenzione de L’Aja o di accordi con il nostro paese. (Cfr: Adozione Internazionale)
Tutti i bambini presenti negli istituti sono adottabili? No, sono adottabili solo quelli che sono in stato di abbandono, altri sono temporaneamente in istituto ma mantengono un legame affettivo con almeno un genitore o un parente. (Cfr: dichiarazione di adottabilità)
Per adottare all’estero ci si può rivolgere direttamente al paese d’origine del bambino? No, è necessario operare tramite una delle numerose (circa 65) associazioni onlus autorizzate dalla Commissione Adozioni Internazionali. (Cfr: come scegliere l’Ente)
Nelle adozioni Internazionali i bambini provengono solo da alcuni paesi? Si, è possibile adottare un bambino in stato di abbandono proveniente solo da un paese che abbia ratificato la Convenzione de L’Aja o che abbia accordi bilaterali in materia di adozioni e cooperazione con l’Italia (che ha ratificato la suddetta Convenzione).
L’adozione Internazionale è come l’adozione a distanza? No, l’adozione a distanza che si dovrebbe meglio definire ”sostegno a distanza“ è molto differente dall’adozione. Nell’adozione la coppia deve seguire un percorso articolato al fine di essere idonea e autorizzata ad accogliere un bambino in stato di abbandono proveniente solo da alcuni paesi, tramite un Ente Autorizzato. Nel sostegno a distanza (adozione a distanza) qualsiasi soggetto, persona singola, coppia di fatto, coppia sposata, ecc., può aiutare un bambino di un qualsiasi paese del mondo a vivere in condizioni dignitose, a curarsi, a studiare o a prepararsi per un lavoro che in futuro gli dia sostentamento autonomo. In genere, questo supporto, effettuato tramite referenti o associazioni che operano all’estero, si traduce nell’invio di denaro e nello scambio epistolare.
Perché costa così tanto adottare un bambino? Innanzi tutto dobbiamo distinguere tra Adozione Nazionale e Adozione Internazionale: la prima è sostanzialmente gratuita, la seconda necessità dell’intermediazione di un Ente Autorizzato che deve informare e formare la coppia, tradurre tutta la documentazione legale e burocratica necessaria e richiesta dal paese di origine del bambino, organizzare il viaggio, la permanenza, gli spostamenti, le traduzioni dei documenti del bambino, mantenere i rapporti con le autorità straniere, con gli orfanotrofi e ha l’obbligo di fare azioni di cooperazione per migliorare le condizioni dell’infanzia risiedente nel paese. Tutte le attività e i costi degli Enti Autorizzati sono sottoposti al costante controllo della Commissione Adozioni Internazionali.
Adottare all’estero ha costi che dipendono dal paese di provenienza del bambino? Si, ci sono delle tabelle redatte dalla CAI (Commissione Adozioni Internazionali) e visibili sul suo sito in cui sono dettagliatamente descritti i costi di molti enti per ogni paese. In un’altra sezione ci sono i tetti dei costi possibili per ciascuna area geografica.
Prima di rivolgersi ad un’Ente Autorizzato per l’Adozione Internazionale si deve ottenere qualche documento del Tribunale? Si, è necessario un decreto di Idoneità prodotto dal Tribunale per i Minorenni. (Cfr: Tribunali per i Minorenni)
Come si ottiene l’idoneità all’adozione? I Servizi Sociali Territoriali (ASL/USL) incontrano ripetutamente la coppia, scrivono una relazione che inviano al Tribunale per i Minorenni che in caso di riscontro positivo redige il decreto di Idoneità all’adozione Internazionale. (Cfr: qualche consiglio pei i genitori)
Può capitare di adottare un neonato? Si, nell’Adozione Nazionale ci sono bambini non riconosciuti alla nascita che vengono dati in adozione entro pochi giorni.
I bambini adottati da piccoli, quando crescono, sanno di esserlo? È necessario rivelare sempre l’origine adottiva del figlio? L’adottato ha diritto di essere informato in merito al suo essere figlio adottivo e in ogni caso è fondamentale mantenere la massima sincerità nella relazione tra genitore e figlio adottivo. Quindi secondo la maturità e la capacità di comprensione del figlio è giusto rivelare ciò che si conosce delle sue origini. (Cfr: il bambino adottivo)
L’adottato può cercare i veri genitori? Premesso che probabilmente i genitori più veri sono quelli che lo hanno cresciuto e quindi li conosce già, si, il figlio adottivo può avere accesso alle sue origini e quindi cercare i genitori biologici quando ha compiuto 25 anni, ma con limitazioni definite caso per caso dal Tribunale per i Minorenni. (Cfr: ricerca delle origini)
A proposito dei costi per le adozioni internazionali che rappresentano comunque un esborso di una certa entità, mi sembra che alcune delle spese se non tutte possano essere scaricate dalla dichiarazione dei redditi. Se così fosse, i costi sarebbero più lievi.
Confermo l’annotazione di Ambra; la deducibilità della metà delle spese per l’adozione (“il 50% delle spese sostenute dai genitori adottivi per l’espletamento delle procedure di adozione di minori stranieri certificate nell’ammontare complessivo dall’ente autorizzato che ha ricevuto l’incarico di curare la procedura di adozione disciplinata dalle disposizioni contenute nel capo I del Titolo III della Legge 4 maggio 1983, n.184″).
E’ inoltre possibile chiedere il rimborso del rimanente 50% o del 30% se si rientra nei limiti di reddito definiti dalla normativa. Sul sito della CAI (Commissione Adozioni Internazionali) c’è il testo esplicativo e gli allegati che riguardano il “Rimborso delle spese sostenute per adozioni concluse negli anni 2010 e 2011″.
Generalmente, sono escluse dal conteggio alcune voci / spese minori che riguardano corsi preadottivi e il viaggio,
Quindi pur dovendo anticipare le somme riguardanti l’iter adottivo (alcune banche propongono dei finanziamenti ad hoc), se si rientra nelle fasce di reddito definite dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 4 agosto 2011, a consuntivo l’adozione internazionale può risultare gratuita.
Dovrebbero leggere questa pagina e forse ad altre pagine simili (didattiche e didascaliche): tutti gli insegnanti della scuola primaria e secondaria, i giornalisti (esclusi forse quelli sportivi), i genitori dei compagni di scuola dei bambini adottati, gli educatori degli oratori, del catechismo, degli asili, e molti altre persone che vengono a contatto con i bambini adottati…
… ah dimenticavo: tutti i politici nazionali e locali.
E perchè quelli sportivi no? Li vuole relegare per l’eternità a scrivere cronache delle partite?
A me, invece, il prontuario (documentatissimo, davvero prezioso e dettagliato, anche per i numerosi richiami linkati) sembra più utile alle coppie aspiranti. A maestri, professori, giornalisti e quant’altri servirebbe piuttosto imparare a riconoscere la “diversità” attribuendole valore pieno, senza porsi tante altre domande pseudomoralistiche e insopportabili. Per poi “normalizzare” tutti insieme la vita dei bambini, proprio perché sono tutti uguali. E se proprio dovessero essere “catalogati” (nel loro esclusivo interesse e per poterli meglio accompagnare nella vita), dovrebbero esserlo tra “maltrattati” e non, a prescindere dal fatto di provenire dalla pancia di quella madre o da un’adozione.
Ne approfitto per precisare un’informazione, che ho letto all’interno del link di rimando all’adozione nazionale. Il provvedimento di collocamento provvisorio viene in realtà notificato, perlomeno da alcuni TdM, anche in caso di abbinamenti con minori con rischio giuridico basso o bassissimo, addirittura quando ai parenti fino al quarto grado viene applicata la cosiddetta “procedura di irreperibilità”. Poi, una volta scaduti i termini per appellarsi al provvedimento, parte immediatamente l’iter per lo status di affidamento preadottivo. Quando quest’ultimo viene notificato, è prassi di alcuni TdM “inglobare” anche i mesi di collocamento provvisorio nell’affidamento preadottivo, facendo così partire retroattivamente i 12 mesi di “prova” dalla notifica di collocamento provvisorio. Spero di essere stato chiaro, essendo la materia tecnicamente un po’ farraginosa.
Ti ringrazio per la precisazione, come hai giustamente scritto “alcuni” Tribunali per i minorenni hanno una prassi, altri ne seguono un’altra su questo e su altri aspetti dell’adozione, e a volte variano nel tempo. Anche per questo è difficile descrivere nei particolari tutti gli aspetti dell’iter.
Riguardo all’adozione nazionale, l’affido a rischio giuridico cosiddetto alto, cioè quando la famiglia biologica del bambino ha fatto ricorso, in media quanto può durare? Ed è vero che quasi tutti i bambini adottabili in Italia vengono collocati in affido a rischio? Grazie per la risposta.
Non si può fare una stima precisa del tempo che occorrerà per adottare in via definitiva dato che la famiglia biologica potrebbe intraprendere tre gradi di giudizio fino alla Corte di cassazione. Diversi anni potrebbe essere la risposta.
Per quanto riguarda se l’adozione nazionale sia sempre subordinata al rischio giuridico la risposta è sì.
Monica scrive che le adozioni nazionali sono tutte a rischio giuridico. Ma quelle dei neonati non riconosciuti non hanno questo “scoglio”, tuttavia con alcune eccezioni. Risulta anche a te, Monica?
Sì mi risulta, Bianca!
Preciso che il rischio giuridico è ovviamente correlato al fatto che il bimbo dichiarato in stato di abbandono e quindi adottabile abbia una famiglia d’origine che lo ha riconosciuto e che, anche solo ipoteticamente, potrebbe, nei termini di legge, svolgere una domanda di impugnazione del provvedimento di adottabilità. Il rischio giuridico afferisce, infatti, alla possibilità per i genitori biologici o i parenti del minore entro il 4° e che abbiano mantenuto rapporti significativi con il minore stesso, di intraprendere un percorso giudiziario di impugnazione dello stato di adottabilità che può prevedere oltre al ricorso alla Corte d’Appello anche il ricorso in Cassazione. Con tempi non prevedibili ma spesso lunghi o lunghissimi (intendendo anni necessari alla definizione del giudizio). Spero di aver chiarito il senso del rischio giuridico.
Una pagina di indubbia utilità… invece di continuare a discutere di adozione per i single, di adozione aperta e di adozione per le coppie gay sarebbe meglio prima che l’informazione facesse vera informazione e raccontasse alla gente comune cosa sia veramente l’adozione in Italia (non quella che si vede alla tv che quasi sempre racconta adozioni molto diverse dalle nostre perché provenienti dagli Stati Uniti).
Poi, quando l’adozione sarà stata ‘mondata’ (‘ripulita’ per chi non è avvezzo all’italiano) dall’ignoranza, da leggende metropolitane, da false convinzioni e credenze errate, allora si potrà discutere degli argomenti sopra elencati con qualche cognizione in più e argomentazioni corrette…
Roberto.
Volevo sapere perche se faccio ladomanda nazionale e quella internazionale quando vado dagli enti mi annullano quella nazionall perche e legale grazie ciai
La pratica degli enti autorizzati di “invitare” la coppia a rinunciare all’adozione nazionale appare lecita quando l’iter adottivo è ormai prossimo a soluzione cioè si è vicini all’abbinamento. Ciò viene fatto per evitare di illudere un bambino e poi lasciarlo senza genitori nel caso questi abbiano contemporaneamente una chiamata del Tribunale per i Minorenni e la accettino.
Viceversa se l’ente chiede di presentare al Tribunale la rinuncia all’adozione nazionale con molto anticipo (alla firma del mandato o comunque con molti mesi di anticipo sui tempi di abbinamento) ciò non risulta giustificato.
Se la coppia dovesse interrompere l’iter (per sopravvenuta gravidanza o adozione nazionale) sarebbe comunque tenuta a rimborsare le spese della procedura fin allora sostenute dall’ente (secondo tabelle allegate all’incarico).
In ogni caso i rapporti tra coppia ed ente autorizzato sono regolati dal contratto di incarico firmato da entrambi. Se la coppia ha firmato ha accettato le clausole in esso contenute. Se le procedure dell’ente risultano in disaccordo con le linee guida della CAI per gli enti autorizzati (visibili nel sito CAI), è sempre possibile rivolgersi alla CAI stessa (anche se non è conveniente litigare col proprio ente se non in casi di particolare gravità).
Io e mio marito stiamo presentando tutta la documentazione per conferire l’incarico all’Ente, purtroppo nella documetazione risulta che mio marito non ha avuto nessun reddito per l’anno passato, perchè la crisi gli ha impedito di affermarsi nel suo settore.
L’Ente oggi ha richiamato per sincerarsi della veridicità dell’informazione e per dirci che per i redditi inferiori a € 18.000,00 annui la CAI svolge indagini finanziarie/economiche per accertarsi che la coppia possa sostenere il minore. Questa cosa ha fonamento ? Sul sito della CAI non ho trovato niente al riguardo. Aggiungo che abbiamo già ottenuto, a luglio 2013, il decreto di idoneità per l’adozione nazionale ed internazionale dal Tribunale dei Minori e che io lavoro per un ente pubblico con contratto a tempo indeterminato.
convivo da 12 anni e ho una figliola di 10 anni,purtroppo varie circostanze non ci permettono di avere altri figli naturali.Perchè non possiamo adottare un bambino?forse perchè siamo persone comuni?il nostro desiderio non è un giochetto o una “moda”ma uno stimolo di crescita,di vita!Consigli?Aiuti?
In linea di principio, non vedo cosa le impedisca di adottare un figlio o almeno di tentare…
Per una famiglia come la nostra che abbiamo già 3 figli è più rapida l’adozione?
Grazie
Buongiorno, io e la mia compagna siamo conviventi da 12 anni, ma non sposati, possiamo richiedere l’ adozione?
se si, basta una dichiarazione da parte di persone vicine?
se no, dobbiamo sposarci?? e come comproviamo che siamo conviventi da tutto questo tempo.
p.s. siamo su due stati di famiglia diversi, e abbiamo due residenze diverse.
Grazie della risposta
Sposarsi è necessario comunque. Per comprovare la convivenza (e quindi la stabilità del rapporto) se ci fosse la residenza in comune sarebbe meglio ma la convivenza si può provare anche in modo indiretto se ad esempio si sono fatte delle spese documentate relativamente alla stessa casa, se si sono divisi i pagamenti delle bollette, conti bancari o postali cointestati, assicurazioni, ecc. Poi ci possono essere le testimonianze di persone terze (meglio se con incarichi istituzionali o pubblici). La cancelleria del tribunale di competenza potrà esservi d’aiuto perché il metodo di valutazione può dipendere dal tribunale, dal territorio, dal fatto di risiedere in un piccolo o grande centro abitato, ecc. Dopo tanti anni di convivenza non dovrebbe essere difficile dimostrare lo stato di coppia consolidata (obiettivo della norma).
Buonasera, io mio marito stiamo iniziando a pensare di adottare un bambino. siamo veramente all inizio quindi scusatemi se le domande possono sembrarvi sciocche. mi pare di capire che le adozioni all estero hanno costi elevati, che ci spaventano. in base a cosa sono stabiliti questi costi? per quanto riguarda invece l ‘adozione in italia, se ho capito bene, è gratuita. una volta che si è stabilita l’idoneità della coppia, com è l’iter (sia per l’internazionale che per la nazionale)? puo essere dato in adozione un neonato, un bambino più grande, un maschio o una femmina? vi ringrazio se avrete voglia di chiarirci un po le idee!
I costi dell’adozione internazionale sono la somma di numerose voci come:
- i costi di esistenza dell’ente (l’ente autorizzato non può sopravvivere con il solo apporto di volontari perché è soggetto a norme di certificazione da parte della CAI che presuppongono un minimo di struttura e risorse come sedi, impiegati, collaboratori all’estero, ecc.)
- i costi della cooperazione che l’ente è tenuto a offrire ai paesi in cui si adotta; per normative internazionali si deve obbligatoriamente cercare di contribuire a migliorare le condizioni di vita dei minori non abbandonati nel paese estero
- i costi di traduzione della documentazione necessaria per presentare la coppia e la sua richiesta di adottare presso gli organi preposti nel paese straniero
- i costi del supporto legale presso i tribunali esteri per ottenere una sentenza di adozione e/o per portare a termine l’iter burocratico e amministrativo nello specifico paese (ogni paese ha norme, leggi, documentazioni e consuetudini proprie)
- i costi di organizzazione e supporto nel viaggio e nel soggiorno (o nei viaggi e nei soggiorni) della coppia nel paese straniero, l’accompagnamento e la disponibilità a risolvere eventuali problemi che possano insorgere durante la permanenza all’estero
- i costi per la traduzione e la trasmissione della documentazione straniera presso gli organi competenti italiani (CAI) per ottenere il permesso di ingresso del minore in Italia.
L’adozione nazionale è gratuita e non presuppone un decreto di idoneità (nell’internazionale questo è un documento ufficiale necessario per presentarsi al paese straniero). Dopo la consegna della disponibilità all’adozione c’è l’indagine dei servizi, che scrivono una relazione al tribunale per i minorenni e un colloquio della coppia con un giudice. Poi per tre anni la coppia è considerabile dal tribunale stesso (o da altri in cui abbia presentato la disponibilità) per l’abbinamento con un minore.
Tra le possibiità dell’adozione nazionale si devono considerare che
- potrebbero scadere i tre anni senza essere chiamati (con la possibilità di riconsegnare un ulteriore disponibilità, ecc.),
- il tribunale potrebbe chiamare la coppia una o più volte per la collocazione di un minore e non preferirla ad altre coppie,
- il tribunale potrebbe chiamare la coppia e proporle un minore già grandicello o anche un minore abbandonato alla nascita (quindi entro pochi giorni dalla nascita).
La relazione iniziale, i colloqui con i giudici e le caratteristiche della coppia aiuteranno i giudici a selezionare tra tante la coppia che in quel momento ritengano più adatta al bambino a cui stanno cercando una famiglia.
Nell’adozione non c’è differenza tra maschi e femmine, bianchi e neri, biondi o mori. Si è invitati a non considerare nemmeno lievi difetti fisici che possano risolti o che non implichino grave invalidità permenente.
Perché è così complicato adottare un figlio? Cosa succede in questi 3 anni? Gli orfanotrofi sono pieni di bimbi, perché il tutto non è più snello?
Quando adottai mia figlia mi capitò di frequentare la casa famiglia in cui risiedeva per alcuni giorni, lì erano ospitati diversi bambini piccoli, ma solo mia figlia era adottabile perché negli istituti risiedono anche minori che non sono adottabili. Infatti è sufficiente che i genitori (o un genitore) biologici facciano regolari visite all’istituto perché la situazione si protragga. Se i tempi si allungano si cerca di sistemarlo in una famiglia in affido temporaneo, ma di adozione non si parla a meno che non ci siano le condizioni di ritenerlo in stato di “abbandono”.
“Gli istituti sono pieni di bambini da adottare” è un mito che ritorna periodicamente, ma in realtà sono solo minori in uno stato di disagio (come lo è spesso quello delle loro famiglie) ma NON sono adottabili.
Simona, mi colpisce che ancora oggi, con tutte le possibilità di informarsi che ci sono, tu parli di orfanotrofi – che non esistono più da decenni – e di comunità per minori stracolme di bambini da adottare. Gabriele ti ha già risposto in modo molto esauriente, io voglio solo aggiungere una risposta alla tua domanda . Mi viene da pensare che tu e tuo marito siate aspiranti genitori adottivi che avete presentato domanda di disponibilità all’adozione nazionale, domanda che per l’appunto ha la validità di tre anni e che è rinnovabile. Se è così, e se hai questi dubbi, temo che non abbiate intrapreso un percorso di formazione, altrimenti sapreste che in Italia i minori adottabili sono circa il 10% rispetto alle coppie, il che significa che all’incirca solo una coppia su dieci riuscirà a realizzare il desiderio di avere un figlio attraverso l’adozione. Che è un diritto del bambino, quindi i tribunali devono scegliere per lui (o per lei) la migliore famiglia, avendone a disposizione una quantità elevatissima.
Buona sera vorrei fare una domanda…. se la domanda di adozione internazionale viene respinta vale la stessa cosa per quella nazionale? O si hanno due risposte diverse? Grazie…..
La domanda merita una risposta articolata.
Premesso che l’idoneità è un decreto cioè un documento protocollato del tribunale e riguarda solo l’adozione internazionale e il motivo è intuibile perché in questa adozione si dovranno presentare dei documenti prima all’ente scelto e poi alle autorità straniere: uno di questi documenti sarà l’idoneità all’adozione internazionale.
L’idoneità non deriva da un test che può essere “andato male” come le verifiche scolastiche, l’idoneità è conseguenza di una valutazione del tribunale sulla coppia precedentemente “indagata” e descritta dai servizi sociali in una relazione. Ed è una fotografia della coppia, della sua maturazione, preparazione e disponibilità di un dato momento.
Appare quasi inevitabile che in quel momento un giudizio negativo dei giudici non possa essere diverso tra due percorsi sì differenti ma che sono volti allo stesso obiettivo, cioè l’adozione di un minore.
Aggiungiamo, inoltre che spesso la coppia viene invitata dagli stessi servizi sociali a desistere o ad attendere per una “pausa di riflessione”, ma non è una regola, a volte può capitare che nonostante una relazione apparentemente positiva in sede di camera di consiglio non ci si pronunci per l’idoneità. Può anche capitare che il tribunale non voglia emettere un decreto di non-idoneità e inviti la coppia al periodo di riflessione per poi ripresentarsi più avanti. Se la relazione rivela punti non chiari tali da non dare una certezza di giudizio la coppia può venire rinviata ai servizi sociali per un ulteriore approfondimento.
Se la coppia non desiste e riceve un decreto di non-idoneità ha 10 giorni di tempo per presentare ricorso in Corte d’Appello; questo è un modo probabile per avere l’idoneità, perché la Corte d’Appello ha metodi valutativi differenti. (La maggior parte dei fallimenti adottivi, però, si hanno in casi in cui l’idoneità è stata data in appello.)
L’adozione nazionale non prevede la necessità di un decreto di idoneità. Con la relazione dei servizi sociali si viene inseriti per tre anni in una lista di coppie disponibili. Una ulteriore valutazione della coppia sarà effettuata dai giudici tutte le volte che si presenterà la necessità di trovare una famiglia a un minore in stato di abbandono. A una prima selezione d’ufficio seguiranno dei colloqui con la coppia del giudice onorario e di altri operatori dei servizi sociali che si stanno occupando del minore (non quelli che hanno seguito la coppia). La scelta cadrà sulla coppia che risulterà più adatta al caso.
Questo significa che, in linea di principio, la coppia che due anni prima non si sia presentata idonea per il decreto (in quel dato momento della propria vita), potrebbe risultare così diversa, maturata, disponibile e pronta per venire scelta.
Adozione internazionale. Non ricordo dove ho letto che ci sono Enti Autorizzati che non accettano il decreto di idoneità ottenuto tramite la Corte d’Appello: è così?
Corrisponde a verità. Alcuni enti non accettano il decreto ottenuto in appello semplicemente perché i paesi dove operano non accettano la presentaIone di coppie che abbiamo ottenuto così il decreto di idoneità.
Grazie per la risposta, Monica!
Ciao vorrei sapere quali documenti devo presentare per portare mio figlio adottato dai miei genitori che abitano lontano?
Mi permetta di non comprendere pienamente la domanda… Riassumo la casistica:
- Nel territorio nazionale ci si può muovere senza nessun problema o restrizione.
- Per espatriare, solo nel periodo di collocamento provvisorio e/o di affido preadottivo (cioè quando l’adozione non è ancora definitiva) occorre un permesso del tribunale per i minorenni competente.
- Per espatriare, quando la procedura di adozione ha avuto termine (cioè quando il figlio è iscritto all’anagrafe come figlio legittimo) i documenti sono quelli richiesti per qualsiasi altro figlio (carta d’identità, passaporto, ecc a seconda della destinazione).
Spero di essere stato esaustivo.
Salve Gabrielle.
Mia moglie ed io vogliamo adottare un bambino italiano. Entrambi siamo italiani ma abitiamo nel Messico. Siamo Sposati da 8 anni, ci ciamo sposati il 26 maggio del 2007 nel comune di Castel di Lama (AP). Abbiamo una figlia di 4 anni, ma per sfortuna del destino mia moglie non puo’ piu’ rimanere incinta. Lo so che e’ uan situazione difficile, ma davvero vogliamo adottare. E’ una proposta seria, siamo persona serie ed abbiamo una buona stabilita’ economica. Cosa possiamo fare per adottare?
Se la coppia è residente all’estero è competente il Tribunale per i Minorenni del distretto della loro ultima residenza, in mancanza è competente il Tribunale per i Minorenni di Roma.
Rif.: Adozione nazionale, internazionale e speciale
Salve sapete dirmi i tempi x ladozione speciale effettuata dal marito del genitore del minore?
mio marito padre di una figlia naturale avuta da una relazione in gioventù. .è stato Chiamato in tribunale x dare il consenso all adozione di quella foglia
Il tribunale detterà i tempi dell’iter.
Buonasera vorreialcune informazioni sull’adozione è vero che ci vuole un tetto minimo di reddito? Io faccio la casalinga può essere un problema? Noi vorremmo intraprendere solo l’adozione internazionale secondo voi?
Non esistono delle griglie di reddito, limiti o tetti. Risulta invece scontato che, come si verificano le capacità, le risorse emotive e la maturazione psicologica della coppia, tribunale e servizi sociali si preoccupino che ci siano i presupposti perché la nuova famiglia sia in grado di mantenere dignitosamente il figlio adottivo e che sia in grado di garantirgli un futuro privo di ristrettezze fino a che vivrà in famiglia. Anche in questo senso si spiegano le visite domiciliari dei servizi sociali e l’indagine delle forze dell’ordine (carabinieri o questura) sullo stato patrimoniale della coppia. Risulta altrettanto chiaro che lo stesso reddito in una situazione rurale di certe zone italiane comporta un livello di vita diverso da altre situazioni, ad esempio urbane in grandi città). Quindi il giudizio dipende dalla situazione locale.
Per adottare in Italia quindi non è necessario essere ricchi.
Per quanto riguarda l’estero il discorso diventa più approssimativo e diverso caso per caso. Ci sono paesi di provenienza con reddito medio giornaliero di pochi dollari e presso i quali chiunque di noi si presenta come più che benestante; ci sono altri paesi in cui lo sviluppo economico è più alto (es. Russia e paesi est-europei, Cina, Brasile) e quindi inseriscono nei requisiti per i genitori anche limiti minimi di reddito. In ogni caso è prassi comune chiedere dichiarazioni dei redditi, estratti conto bancari, ecc. che saranno da legalizzare, tradurre e allegare al decreto di idoneità e ad altri numerosi documenti inviati presso la competente autorità straniera.
Buongiorno Gabriele, io e mio marito, conviventi da 4 anni e sposati da poco più di un anno, vorremmo avvicinarci al mondo dell’adozione…io sono diabetica (mellito tipo 1 insulinodipendente) da quando avevo 22 mesi e se i valori non dovessero scendere sia il diabetologo che il ginecologo mi hanno sconsigliato una gravidanza…ecco il motivo del nostro interesse nei confronti dell’adozione!mio marito è slovacco 28 anni,e ha cittadinanza slovacca, io sono italiana 32 anni e ho cittadinanza italiana,ci siamo sposati in italia, questo può creare problemi nell iter dell’adozione?siamo due artigiani, di conseguenza impossibilitati a pensare di dover trascorrere dei mesi nel paese di origine del bambino da poter adottare…ci consiglia d muoverci verso le adozioni nazionali e non internazionali?a noi sinceramente, etnia, età , sesso,…non importa!è il desiderio di avere un figlio che ci spinge in questa direzione, non la voglia di mostrare il nuovo giocattolo….in base alle cose che le ho scritto può darmi dei consigli?
la ringrazio tantissimo per quello che potrà consigliarmi…
cordialmente
Federica
Consiglio sempre di intraprendere i due percorsi insieme (ad. nazionale e internazionale) perché il percorso è coincidente. Per raggiungere la prima è necessario conquistare la fiducia dei servizi sociali e dei giudici (che non significa essere migliori ma sicuramente molto comunicativi ed empatici) ed avere fortuna (capitare al momento giusto quando vengono cercate caratteristiche che si possiedono…). La seconda è raggiungibile da tutti, sono necessari: capacità economiche (adottare all’estero costa) e pazienza (per sopportare la burocrazia di due stati e l’attesa).
Purtroppo partire con il presupposto di non voler assentarsi troppo non è il modo migliore – ci sono numerosi paesi in cui il tempo all’estero è inferiore alle tre settimane e un figlio si adotta una volta (o due) nella vita – All’atto della scelta dell’ente e del paese (vista l’ampia disponibilità verso i meravigliosi bambini di ogni continente) cercherete di orientarvi evitando alcuni paesi che richiedono più viaggi (es. Russia) o permanenze più lunghe (es. Brasile).
Per quanto riguarda la nazionalità del marito vi consiglio di scrivere al nostro indirizzo di email ( redazione@italiaadozioni.it) per avere una risposta qualificata.
io e il mio futuro marito parliamo da tanti ormai di voler adottare un bambino non appena sarà possibile. Non perché non possiamo avere bambini “naturali” ma perché abbiamo il desiderio di creare una famiglia in cui convivano e crescano insieme un bambino nato da noi e un bambino adottato per diverse ragioni.
Mi sta venendo un dubbio, ma se nell’attesa dei 3 anni di matrimonio prima di poter far domanda di adozione io resto incinta e nasce un bambino possiamo comunque accedere alle pratiche per l’adozione piena di un bambino?? O per fare un figlio devo aspettare di averne adottato uno altrimenti rischio di essere esclusa da questa possibilità?
Grazie dell’attenzione, cordialmente
Bea
Prima di tutto, anche se non siete sposati, se avete parlato a lungo dei figli e quindi eventualmente avete convissuto, il calcolo dei tre anni parte dall’inizio della convivenza;
Poi
Il tema dell’adozione in presenza di figli naturali (o biologici) è complesso e non è trascurabile, cercherò di essere schematico:
1 – indagine dei servizi sociali –
Uno dei capisaldi dell’indagine è la misurazione delle motivazioni della coppia verso il progetto genitoriale; l’adozione può risultare un percorso semplice (o meglio di complessità paragonabile ad avere figli di pancia), ma può risultare anche difficile, faticosa, estenuante (ci sono numerosi articoli in questo sito in cui se ne descrivono i rischi). La coppia deve essere capace di forza e resistenza (psico-fisica) e forte determinazione per evitare che si faccia travolgere dagli eventi e cada in ripensamenti o nel fallimento dell’adozione. Secondo un pensiero comune negli addetti ai lavori chi ha già figli (adottati e non) o chi non è impossibilitato ad averne risulta più fragile e potrebbe presentare motivazioni più fragili. Quindi durante l’indagine, spesso, queste coppie sono chiamate a dimostrare la propria determinazione con maggior difficoltà.
2 – adozione nazionale –
I giudici possono decidere di abbinare un bambino adottabile con qualsiasi coppia sia in lista d’attesa. Le caratteristiche della coppia non devono rientrare necessariamente in regole o griglie che non facciano riferimento alle differenze di età. Vale la valutazione e la descrizione della coppia stilata nella relazione dei servizi sociali e dal giudice che ha incontrato la coppia dopo la stesura della relazione stessa. Però è un caso più unico che raro che un minore venga affidato a coppie che abbiano già figli.
3 – adozione internazionale –
Raggiunta l’idoneità ci si deve affidare a un ente autorizzato per presentare la domanda presso un paese estero e qui inizia uno slalom tra le regole imposte dalle autorità straniere. Ci sono paesi che affidano i “loro” bambini solo a coppie senza figli, oppure che abbiano figli dello stesso paese o figli non dello stesso paese o di sesso uguale o differente di quello che si sta adottando, oppure a coppie che abbiano caratteristiche di un certo tipo (oltre alle fasce di età, conta persino la salute, l’obesità dei richiedenti, il reddito, ecc) e tutti i paesi vogliono la relazione dei servizi sociali tradotta e legalizzata. Queste regole oltre che molto varie sono spesso anche in continuo divenire e in alcuni casi non sono vere e proprie regole ma consuetudini dei giudici locali.
4 – primogenitura -
Quando si adotta (tranne in casi straordinari) il figlio già presente nella coppia deve mantenere la primogenitura e la differenza d’età con l’adottato, a seconda del tribunale che emette il decreto d’idoneità, dovrà essere di 1 o 2 anni, Sul decreto sarà presente la condizione:” nato dopo …”. Ciò significa che per adottare un figlio di quattro anni, si dovrà aspettare che il figlio già presente abbia cinque o sei anni (al momento dell’adozione – il percorso si può iniziare prima).
Quindi adottare senza figli è sicuramente più facile che adottare con già figli a carico.
5 – nascita di un figlio nella famiglia adottiva -
Avere figli biologici dopo l’adozione, invece, propone una serie di problematiche riguardo al rapporto con il figlio adottato. Alla comune gelosia (presente nei fratelli maggiori) si aggiungono fattori di crisi legati alla paure dell’abbandono (nasce dalla pancia della mamma un bambino uguale a lei che richiede tutte le attenzioni – chi non avrebbe paura di diventare inutile, trascurabile o in esubero).
I figli adottivi arrivano in famiglia a un’età media di 6 anni, quindi sono ben consapevoli che il loro arrivo è stato differente, sono consapevoli delle precedenti delusioni e degli abbandoni e l’equilibrio dei rapporti all’arrivo di un neonato di pancia potrebbe incrinarsi o frantumarsi irrimediabilmente.
In conclusione il punto 4 è il più limitante, il 5 il più delicato da affrontare. L’importante è essere informati e consci delle difficoltà (probabili ed eventuali).
Salve,io e mia moglie avremmo pensato a un adozione,abbiamo meno di 40 anni casa di proprieta’ senza mutuo,lavoro stabile,l’unica cosa e’ che ho avuto una condanna per un piccolo reato nel 2009,concluso con un patteggiamento,avendo quindi (credo) la fedina penale macchiata non mi e’ consentito in ogni caso adottare?
Meglio risparmiarci l’umiliazione dei colloqui (ho letto esperienze veramente disarmanti in questi incontri…) per poi vederci in ogni caso negare l’idoneita’ per colpa di un mio errore ormai passato?
Cordialmente
David
Visto che non ho ricevuto risposta vorrei eliminaste il mio intervento
Grazie
Per David: perché rinunciare in partenza? La normativa esiste, ma i servizi sociali e i tribunali sono fatti di persone che possono vedere, valutare e decidere; è ovvio che i reati che si possono commettere hanno una varietà sorprendente e la valutazione sulla genitorialità di una persona può essere differente caso per caso. Se il rischio è un’umiliazione (e perché poi, l’idoneità non è certa per nessuno nemmeno per persone ritenute dei santi) e sull’altro piatto della bilancia c’è la possibilità di un’adozione, non si dovrebbero avere dubbi. Si prova e si prova con determinazione, poi si accetta quello che il destino (o altro secondo il proprio credo) ci ha riservato, ma con la coscienza di averci provato.
Dipende dal reato commesso. Non è automatico che alla certificato penale macchiato corrisponda direttamente l’impossibilità ad adottare. Conosco casi per cui piccoli fatti accaduti anni prima della domanda di adozione non hanno inciso più di tanto sul percorso adottivo. Le consiglierei di consultare un avvocato penalista anche per verificare la possibilità di una riabilitazione del precedente che lei evidenziava.
Buongiorno,
io e mio marito da tempo abbiamo pensato ad adottare un bambino. Abbiamo ciascuno una figlia maggiorenne da precedenti relazioni, stabilità lavorativa, casa ecc.
Purtroppo un anno fa mi è stata diagnosticata una malattia oncologica, curata e con altissime chances di sopravvivere a lungo.
Abbiamo contattato i servizi sociali per iscriverci ai corsi di preparazione all’adozione. Ho parlato della situazione, per massima trasparenza, con l’assistente sociale che organizza tali corsi. Questa mi ha detto, senza altro sapere di noi, che per via della mia malattia la relazione dei servizi sociali sarà sicuramente negativa (sic), che i servizi sociali a tutti gli aspiranti genitori adottivi che abbiano avuto una malattia oncologica (senza distinguere quale malattia, le prospettive di sopravvivenza ecc.) ” fanno ritirare la domanda” e che in ogni caso non avremo il giudizio di idoneità per l’adozione internazionale (e l’equivalente per l’adozione nazionale) dal Tribunale dei Minori.
Ho verificato i requisiti di legge e non c’è alcuna barriera a priori nei confronti di aspiranti genitori adottivi che abbiano avuto un tipo o l’altro di malattia. Deve essere prodotto un certificato medico ma poi evidentemente la situazione deve essere valutata caso per caso. Siamo rimasti basiti di fronte a tale posizione, chiamiamola “tranchant”, per usare un eufemismo, di questa assistente sociale
Vorrei conoscere il suo parere/esperienza in materia.
grazie
Caterina
Vi ho risposto per email.
Mi interessava la risposta. Perché non è pubblica?
Mi rendo conto che non è di moda, ma rimango dell’idea che ci sono degli aspetti della vita che sarebbe bene tenere riservati. Posso comunque rivelare che nella risposta non c’era nessuna informazione imperdibile.
Salve, io e mia moglie stiamo pensando da un po’ ad una adozione, ma la nostra condizione ci ha sempre fermato: io lavoro per conto mio e come dipendente in un ristorante part time, mentre mia moglie ha la pensione di invalidità e accompagnamento, a causa di una MAV (malformazione arteriovenosa) che le ha causato una grave dominuzione dell’uso della parte destra del corpo in seguito ad una emorragia celebrale avvenuta durante l’intevento che avrebbe dovuto eliminare tale malformazione. La MAV attualmente è chiusa al 90%, mia moglie cammina, è quasi autonoma, ma soffre di sporadiche crisi epilettiche (rimanenze del sanguinamento), dovrebbe rioperarsi per chiuderla del tutto, ma ha (ovviamente) molta paura. In più non abbiamo case di proprietà, abitiamo in affitto. Secondo la Vostra esperienza, potremmo essere considerati abili all’adozione? Vorrei evitare a mia moglie il dispiacere di sentirsi la causa per un eventuale rifiuto: proveremmo volentieri, ma se già sappiamo di non avere speranze, vorrei evitarle nuove sofferenze, grazie.
Secondo me, in questo caso come in altri a cui ho già risposto, bisogna guardarsi bene negli occhi, fare un attento esame di coscienza e chiedersi (come coppia): adottare è veramente quello che vogliamo? siamo determinati a tentare tutte le possibilità che abbiamo, siamo in grado di gestire il mancato raggiungimento del nostro obiettivo (l’idoneità prima o l’adozione poi), siamo in grado di gestire un’adozione difficile (perché può capitare e non ci si può solo affidare alla fortuna)?
Se si è determinati e si è convinti, perché non tentare di affrontare servizi sociali e tribunale? Se non si riuscirà, almeno non ci sarà il rimpianto di non averci provato, e si potrà accettare il destino con più facilità.
Insomma nei casi più difficili la domanda è:
“avere anche una piccola probabilità di riuscire ad adottare un figlio può valere il rischio di non riuscire ad essere idonei?
Buonasera,
volevo sapere come funziona se una donna intrapreso da circa un anno e mezzo un percorso di adozione nazionale rimanesse incinta.
Questo si interrompe definitivamente? Oppure dopo quanto si riprenderebbe?
Grazie!!
L’ottica da cui considerare la situazione è cambiata.
La coppia è stata seguita e valutata dai servizi sociali in una situazione stabile, sono state osservate le relazioni e le interazioni dei coniugi tra loro, con la famiglia allargata e l’ambiente circostante, valutato il superamento della delusioni di non avere figli biologici, ecc. La nascita di un figlio stravolge l’intero equilibrio emotivo, affettivo e organizzativo della coppia, quindi difficilmente il tribunale (TM) prenderebbe in considerazione la coppia (che sta diventando famiglia) per un’adozione, anche se non fosse richiesta una rinuncia formale,
Come per altri aspetti dell’adozione nazionale ogni TM ha delle prassi leggermente diverse, ma la presenza di un neonato e/o di un bambino piccolo (fino almeno a 2 anni) sarebbe comunque incompatibile con un’adozione.
La prospettiva che si presenta è che questo iter adottivo è quasi sicuramente interrotto e perso. Tra qualche anno (a discrezione del TM), potrete ripetere la disponibilità all’adozione, i servizi riscriveranno la relazione in base alla nuova situazione familiare. Ovviamente i servizi vi conosceranno già e quindi l’indagine sarà un po’ diversa, sarete già genitori e quindi ci saranno aspetti molto diversi da analizzare e si dovrà valutare se il TM è propenso a considerare per l’adozione nazionale genitori che abbiano già un figlio biologico.
Nel caso affermativo si dovrà anche considerare la necessità di mantenimento della primogenitura del figlio già presente in famiglia (a volte i TM richiedono due o più anni di differenza con l’eventuale figlio adottivo in arrivo) tenendo ben presente che i bambini in adozione possono non essere piccoli.
In conclusione vi auguro di avere un bellissimo figlio(a) di pancia, vi consiglio di godervelo per due o tre anni e poi ripescare dal cassetto il progetto dell’adozione, vedere se avete ancora il desiderio e la determinazione per perseguirlo e poi rivolgersi al TM o ai servizi sociali per discuterne.
Prima di preoccuparsi dei servizi sociali, dei tribunali, delle assistenti sociali e delle psicologhe, non sarebbe meglio confrontarsi all’interno della coppia e chiedersi se effettivamente si è pronti e si garantisce un futuro stabile all’eventuale figlio adottivo.
Nonostante se ne parli da anni la visione prevalente dell’adozione in Italia e (soprattutto) nel resto del mondo rimane fortemente adultocentrica. “Voglio un figlio ed è mio diritto ottenerlo!” questo è lo slogan che motiva tutte le più recenti rivendicazioni e purtroppo anche le sentenze e le prospettive della politica sociale…
Marco G.
Salve,io e mio marito stiamo pensando ad un’ adozione.Mi sono da poco operata di tumore al seno…mastectomia totale bilaterale.Potrebbe essere un problema? Grazie in anticipo per la risposta…
Cercavo una informazione.. A grandi linee… QUANTI sono i bambini adottabili in Italia, e QUANTE sono le domande di adozione ogni anno?
Numeri difficili da conoscere perché da raccogliere dai numerosi tribunali per i minorenni, perché vale la riservatezza indispensabile data la presenza di situazioni anche difficili e dai contorni giuridici incerti.
Il tribunale per i minorenni di Milano, ad esempio, è tra i pochi che ha pubblicato on-line i resoconti amministrativi delle procedure degli ultimi anni: tra queste ci sono le decadenze di potesta genitoriale e i decreti di adozione. Dati difficili da incrociare perché a cavallo degli anni giudiziari.
I minori adottati annualmente sono dell’ordine di grandezza del migliaio. Quelli adottabili più o meno coincidono. Negli istituti (case famiglia) ci sono molti più minori,ma in genere non sono adottabili. Perché?
Perché non sono in stato di abbandono o non è stata tolta la potesta genitoriale a qualcuno dei parenti, ma sussiste l’impossibilità di reinserimento a casa.
Oppure perché non si trovano coppie disponibili ad adottarli per la situazione psichica, l’età o difficili condizioni di salute (gravi deficit, sieropositività, disabilità permanenti… le coppie che desiderano un figlio in adozione sono molte di più dei minori adottabili, ma le coppie disposte ad adottare ragazzi con situazioni psico-fisiche difficili sono molte meno dei minori in queste condizioni.
Statistiche nazionali su affidi e residenti in istituto
Salve sono ilaria,io e mio marito vorremmo adottare un bambino sul territorio nazionale ,abbiamo quasi 38 anni un lavoro in proprio una casa di proprietà e già due figlie gemelle di quasi 6 anni,secondo lei per una coppia come noi convivente da 17 anni e sposata dal 2007 è possibile adottare?
Siamo abituati a leggere molti contributi dell’iter adottivo riguardante l’adozione internazionale, mentre riguardo all’adozione nazionale le informazioni sono sempre poche: perché?
Innanzi tutto perché dell’adozione nazionale si occupano i numerosi tribunali per i minorenni (più di venti) che declinano le procedure e le decisioni in materia in modo un po’ diverso tra loro.
Altrettanto importanti sono l’assenza del decreto di idoneità e l’assenza della necessità di coinvolgere un ente centrale come la commissione adozioni internazionali e di utilizzare gli enti autorizzati. Tutto ciò si traduce nella difficoltà di avere circolazione delle informazioni statistiche cui sono tenuti i succitati soggetti.
Aggiungiamo la necessità di mantenere riservati i dati delle persone coinvolte (minori e famiglie) per ovvi motivi di loro salvaguardia (cfr rischio giuridico).
Quello che si sa è che ci sono mediamente circa un migliaio di minori adottati in Italia (ma è un ordine di grandezza, potrebbero essere anche 1500), che hanno un’età che varia dai pochi giorni (per i neonati non riconosciuti alla nascita) fino all’adolescenza (per situazioni di degrado familiare irrecuperabile, maltrattamenti, ecc.).
I tribunali mantengono per tre anni le coppie che si sono proposte in un elenco unitamente alle loro disponibilità dichiarate all’atto dell’atto di disponibilità (detto impropriamente domanda di adozione). Quando si rende adottabile un bambino, una commissione seleziona un gruppo di possibili coppie candidate (con caratteristiche e disponibilità compatibili) che vengono convocate dal giudice per uno o più colloqui. La scelta cadrà su quella che verrà ritenuta rispondente alle necessità e alle prospettive del bambino. I parametri che sono presi in considerazione in questo processo di selezione dipendono dalla commissione o dal giudice ma seguono alcune norme di buon senso volte a massimizzare le possibilità di inserimento stabile e duraturo del minore nel nucleo familiare.
A parità di motivazioni, disponibilità, convinzione, preparazione della coppia, spesso l’età, il lavoro, la collocazione abitativa, la presenza di figli, la mancanza di una famiglia allargata (futuri nonni, zii, ecc.) sono componenti non trascurabili nella scelta del giudice, ma non esistono griglie o tabelle. La coppia più idonea per una data adozione è quella che in quel frangente si presenta meglio in relazione alle altre disponibili.
La vostra situazione che dimostra stabilità e probabili capacità genitoriali ha la peculiarità delle figlie gemelle di una specifica età. La loro presenza può essere letta come un vantaggio o come un ostacolo e tutto dipenderà dalla relazione dei servizi sociali e dalle convinzioni (basate anche su esperienze pregresse) del giudice. Io, generalmente, essendo il percorso iniziale coincidente (domande, documentazioni e indagini dei servizi), consiglio di presentare le disponibilità ad entrambe le adozioni (nazionale e internazionale) rimandando a dopo la scelta di percorrere solo quella nazionale.
Buona sera, sono domiciliata in Svizzera da 20 anni, sposata da 8 e ho una bambina. Il mio paese d’origine e Serbia… Da pochi giorni ho perso cugino è la sua moglie in un incidente lasciando tre bambini piccoli. Come funziona l’adotazione oppure sostegno a distanza????
In Italia, in assenza di parenti più stretti, sarebbe certamente contattata dal tribunale per i minorenni per sondare la possibilità di applicare uno dei casi previsti dalla “Adozione in casi particolari (Art. 44 e seguenti L. 184/83)”.
In questo caso si tratterebbe direttamente di adozione perché sono venuti a mancare i genitori, mentre l’affido presuppone una sostituzione temporanea dei genitori (o di uno dei due) ancora in vita e il sostegno a distanza è diretto al minore che ne beneficia tramite la sua famiglia e intermediari che verificano che il sostegno sia utilizzato effettivamente a favore del minore.
A prescindere dalle normative specifiche, in mancanza di parenti più prossimi, idonei e disponibili, ci sembrerebbe opportuno contattare i servizi sociali o l’istituzione che in questo momento ha assunto temporaneamente la potesta genitoriale dei bambini (ciò potrebbe accorciare i tempi dell’attuale sistemazione probabilmente provvisoria).
Salve, io e mio marito stiamo valutando un ente pal quale dare mandato per l’adozione internazionale… allo stesso tempo vorremmo avere in affido un bambino che frequentiamo da qualche tempo.
Possiamo fare entrambe le cose oppure se accogliamo il bimbo in affido non possiamo intraprendere la pratica di adozione internazionale?
La ringrazio in anticipo
Innanzi tutto la risposta dovreste darvela voi stessi… Chiarisco meglio: conoscete la vostra situazione e conoscete quella del bambino e la sua situazione familiare. Potete presumere se l’affido potrà essere breve o di quelli temporanei ma senza una speranza di termine (fin oltre la maggior età). Potete immaginare come potrebbe essere la gestione di entrambe le situazioni considerando che l’età degli adottati (dall’estero) sono cresciute e che tutti gli enti chiedono disponibilità fino ai 6, 8 anni. Una volta chiarite le vostre aspettative e le vostre disponibilità in termini di tempo, risorse (psico-fisiche e materiali) potete affrontare il confronto con il tribunale per i minorenni (lato affido) e con qualche ente (lato adozione) e vedere cosa si può fare. La mia impressione è che dovrete probabilmente fare una scelta per una serie di considerazioni oggettive:
- l’arrivo di un minore anche solo in affido di fatto modificherebbe la vostra situazione familiare su cui è basato il decreto d’idoneità che presumo abbiate già in mano.
- la presenza di un minore affidato creerebbe una certa resistenza da parte dell’ente autorizzato che rispecchia altre resistenze dei soggetti istituzionali preposti nei paesi d’adozione (resistenze presenti anche quando si adotta e si hanno già figli naturali e adottivi che possono dipendere da normative scritte o da prassi giudiziarie locali).
- anche gli organi preposti all’affido (servizi sociali e giudici) potrebbero ritenere rischioso per la stabilità dei legami l’arrivo e la presenza quasi contemporanea di due situazioni “a rischio” nello stesso nucleo familiare.
Però, come spesso consiglio, in presenza di situazioni “particolari”, la vostra disponibilità (sottolineo disponibilità) è onorevole e quindi è consigliabile chiedere agli uffici preposti anche per sentirsi ripetere queste stesse considerazione (o altre).
Buongiorno Gabriele e grazie per il servizio di informazione che offri. La mia domanda è di tipo logistico. Il mio compagno e io abbiamo deciso di sposarci perché è l’unica condizione per adottare e abbiamo appuntamento tra un paio di mesi per le pubblicazioni. Ovviamente possiamo documentare un previo periodo di convivenza di quattro anni almeno. Volevo però chiedere se nel frattempo posso iniziare a muovermi per le pratiche o posso procedere solo nel momento in cui sarò sposata.
Grazie mille.
Secondo me sì, dipende però dall’elasticità della cancelleria e dalle prassi del vostro Tribunale per i minorenni. La voglia di “portarsi avanti” è anche un bel segnale di decisione generalmente apprezzato da chi deve giudicare la coppia. Per quanto riguarda i tempi non dovrebbero esserci problemi, l’inerzia per iniziare le procedure spesso non è breve, poi c’è l’indagine dei servizi che dura un po’ di mesi (minimo 4) e quindi tutto si potrebbe incastrare comunque. Io porterei già una data plausibile per il matrimonio e in ogni caso la relazione non potrà essere conclusa prima che tutto sia definito (matrimonio incluso). E infine: auguri e… figli belli.
Buonasera,sono una mamma felicemente sposata con due figli sposati con entrambi un bambino.11 anni fa decidemmo di ospitare una bambina della Bielorussa,dopo 2 anni vista la sua situazione, abbiamo deciso di adottarla.Dopo anni di lunghe attese e varie visite, siamo riusciti ad ottenere la sospirata adozione all’età di 17 anni.Non sono quì ad elencare i vari problemi.Amata tanto da tutti.Ora però ha 23 anni e ci sta dando grossi
problemi, non intende andare da un psicologo per farsi aiutare e con tanta tanta pazienza da parte nostra. lei vorrebbe andare via ed essere libera di fare quello che vuole senza rispettare le regole.Più volte le abbiamo detto che se veramente lo desidera, può farlo visto che è maggiorenne e che inizia anche ad alzare le mani, soprattutto verso di me, forse perchè come figura materna non mi ha mai accettata più di tanto.( è stata abbandonata dalla mamma all’età di 3 anni).Io sono quella che più le sto vicino, ma anche gli altri,.Non voglio dileguarmi, vorrei tanto sapere come comportarci e quali sarebbero le difficoltà da parte sua e nostra. Grazie tanto e che Dio la benedica.
Ho inoltrato il quesito alla nostra psicologa, da semplice genitore “ignorante” mi sembra quasi un recupero dell’adolescenza, il bisogno di contestare, di ottenere ragione, ma di non recidere, non andarsene…
Buongiorno.
MI chiamo Faith e sono Africana, vivo a Milano per 4anni e ho invalidita perche ho perso una gamba e uso la protesi anche sono autonomia…Volevo sapere se un adulto con eta piu di 35, puo essere adottata? E come o dove fare la domanda.
Grazie
Mi sembra che esista un tipo di adozione tra adulti ed è stata soprattutto in passato utilizzata prevalentemente per “scegliere” un’erede degno a chi possedeva patrimoni particolari (culturali, ecc.) e non aveva una discendenza… Risulta chiaro che non ha nulla in comune con l’adozione legittimante di minori di cui ci occupiamo in questa sede. In ogni caso ho inoltrato il quesito al nostro consulente legale per una rsiposta corretta.
Salve io e mio marito abbiamo il desiderio di adottare una bambina o un bambino potrei avere cortesemente delle indicazioni a cui rivolgermi per essere aiutati. grazie
Niente di meglio che leggere attentamente i contenuti di questo sito che è nato per questo: informare le coppie prima, e le famiglie durante e dopo l’adozione. Il primo passo giuridico è rivolgersi alla cancelleria del Tribunale per i minorenni di competenza, il primo passo per la conoscenza (dopo aver letto tutto il sito) può essere andare a un incontro informativo presso una delle numerose associazioni od organizzato dai servizi sociali del proprio capoluogo di provincia….
Buongiorno, mia figlia di 21 è nata senza utero quindi non può avere figli, ha parlato con il suo fidanzato di eventuali adozioni. …purtroppo due settimane fa ha avuto un incidente, fortunatamente da sola senza arrecare danni a nessuno, un colpo di sonno, ma è stata rilevata guida in stato di ebrezza e quindi si macchiera’ fedina penale ….potrà un domani fare richiesta di adozione? Grazie
domanda che passo all’avvocato.
Buongiorno, io e mio marito abbiamo presentato domanda di adozione sia nazionale che internazionale. All’ultimo colloquio con i giudici, ci hanno prospettato la possibilità di adottare una bimba di 10 anni. Noi abbiamo reso la nostra disponibilità e rimandato ad un prossimo incontro con nostro figlio biologico. La gioia al settimo cielo, ma la sera prima dell’incontro, il Tribunale ci avvisa che la situazione che sembrava definita, in effetti non era così. Cosa può essere successo?
Qualsiasi cosa, Quando si viene chiamati dal giudice dopo aver ottenuto l’idoneità si viene ascoltati assieme ad altre coppie perché c’è un minore da “collocare”. Spesso però non sono sufficenti un paio di incontri per poter sciegliere la collocazione migliore, soprattutto quando il minore non è piccolissimo, o presenta possibili rischi giuridici o sanitari. C’è chi, prima della proposta specifica ha incontrato giudice e assistenti anche cinque volte (compresa una visita a domicilio). Cercare di capire quale potrà essere la sistemazione familiare migliore per quel minore non è un compito semplice anche perché coppie e/o famiglie candidate che si presentano come “ideali” in quel momento potrebbero essere diverse. Comprendere queste dinamiche aiuta a capire i casi in cui dopo alcuni colloqui, ad esempio, non si è stati scelti.
Non so se è importante, ma noi non abbiamo ancora ottenuto l’idoneità. penso che il colloquio che faremo il 17 con ns figlio concluderà l’iter burocratico per ottenere il decreto, positivo o negativo che sia.
Buongiorno Gabriele,
sono sposata dal 2007 con alle spalle una convivenza dal 2000. Mio marito ed io dopo tanti tentativi di avere naturalmente un figlio abbiamo deciso di prendere in considerazione l’adozione. Ho solo un dubbio, io dal 2010 lavoro in Germania mentre mio marito è in Italia. Ho in programma di rientrare a fine 2016 in Italia (a casa mia). Un profilo come il nostro potrebbe essere preso in considerazione?
Grazie
Salve, sono un Uomo sposato di Varese di quasi 52 anni e volevo chiedere alcune informazioni riguardo ad una possibile Adozione.
Io e mia Moglie tramite un’Associazione (che risiede in un paesino vicino alla nostra Città) che si occupa di Adozioni a distanza manteniamo un bambino Ugandese di circa 9 anni che sosteniamo con una cifra di circa 300 euro all’anno.
L’anno prossimo andremo a trovarlo nel suo Paese.
Ho alcune domande da porre a questo FORUM e sono precisamente queste :
1) Vorrei sapere il costo di una possibile Adozione (penso che la cifra si aggiri attorno a 30-40.000 euro).
Aggiungo che sia Io che mia Moglie abbiamo avuto in passato problemi di salute (non mi va di specificare quali) e per questo motivo penso che un bambino non ce lo affidino.
A causa di questi problemi abbiamo avuto la fortuna di non lavorare.
Nonostante tutto la nostra situazione economica è solidissima e potremmo permetterci di pagare quella cifra (abbiamo anche un appartamento di nostra proprietà).
Nel caso il nostro sogno si avverasse potremmo garantire al bambino un istruzione adeguata (avremmo intenzione di farlo studiare alla Scuola Europea) ed anche un insegnamento di tipo religioso anche se ci teniamo a dire che non lo obbligheremmo nonostante che nelle letterine che ci manda regolarmente il piccolo ci scrive GOD BLESS YOU e penso che tutti voi sappiato il significato di queste parole.
Volevo chiedere in questo FORUM un’ultima cosa e precisamente che Io come ho scritto sopra ho quasi 52 anni e mia Moglie ne ha compiuti da poco 48.
Rientriamo nei limiti di età richiesti per adottare un bambino?
Io e mia Moglie ringraziamo anticipatamente chiunque vorra’ risponderci.
Salve , mio marito ed io vorremmo adottare un bimbo neonato ma io ho 46 anni e mio marito 39…..è possibile averlo neonato? Grazie
Paola, i neonati vengono di preferenza abbinati a coppie più giovani di voi, ed è anche comprensibile, non trovi? Ad ogni modo io so di qualche coppia avanti negli anni che ha adottato un neonato, ma si trattava sempre di bimbi con una patologia più o meno grave. Se non ve la sentite di dare questo tipo di disponibilità avete pochissime chances, considerando anche che i neonati sono pochi e che ci sono parecchi aspiranti genitori giovani. Valutate piuttosto la possibilità di rendervi disponibili per un bambino in età scolare, ma il mio consiglio è di farlo solo dopo aver fatto un buon percorso di formazione, o presso l’Asl o all’interno di un gruppo di genitori adottivi (in Italia ce ne sono ovunque). Noi abbiamo adottato bambini grandi: è bellissimo, credimi!
Buongiorno mi scuso, Vi contatto perché desideravo chiedervi se potevate aiutarmi su di un problema burocratico che attanaglia me è mio marito, in poche parole siamo al 7° mese per iter Adozione nazionale purtroppo 3 GG. fa’ e’ stato comunicato a mio marito ( Impiegato pubblico), che sarà trasferito di sede , e purtroppo anche di Regione , in quanto a seguito della spending rewiew, l’ente sarà soppresso e accorpato ad un’altro ente in altra regione limitrofa, chiedevo se potevate aiutarci a conoscere quale sia la.normativa che regola la possibilità di rimanere in sede attuale causa corso per adozio e iter in corso..se esiste ovviamente. Attendo Vs cortesissime info Saluti GRAZIE 100000 ALESSIA
Grazie
Buongiorno, vorremmo in futuro adottare una bambina… Da quello che ho letto non possiamo fare scelte in base a età sesso, ecc…. Mi chiedevo peró se la preferenza per una femmina è possibile esprimerla oppure no..
Dei colloqui tra la coppia, i servizi sociali e il tribunale, tutto ciò che rimane è contenuto nella relazione ed è ufficiale. La relazione (in caso di adozione internazionale) verrà tradotta, legalizzata (o apostillata) e inviata alle autorità straniere. Se ci fosse scritto anche solo la speranza (non certo la preferenza) di un figlio con certe caratteristiche, potrebbe essere controproducente e creare difficoltà all’ente davanti al tribunale straniero. Invece, provare a parlarne (sempre in termini di speranza cioè come condizione non vincolante e in sede di colloquio individuale) all’ente dopo gli incontri pre-mandato, potrebbe aumentare la probabilità di essere esauditi. Naturalmente tutto dipenderà dai bambini disponibili, dalla disponibilità dell’ente, dal canale scelto, dalle circostanze,ecc. (da alcuni paesi arrivano più femmine da altri più maschi). Quindi pur ribadendo che non si può scegliere il bambino, è pur vero che la maggior parte degli enti concordano con la coppia, in sede di mandato, il paese (e quindi l’etnia e in parte l’età), ma non accettano vincoli perché si creerebbero una serie di impedimenti allo scopo primario dell’adozione (trovare una famiglia a un minore che ne è sprovvisto), ma se nel momento degli abbinamenti ci sono maschi e femmine perchè non tener conto di quella speranza espressa dalla coppia?
Salve mi chiamo Alessio ed ho 39 anni, mia moglie ne ha 35. abbiamo da poco iniziato il percorso con il GIL a valle del quale potremo presentare domanda di adozione al tribunale dei minori.
Una cosa che non mi è molto chiara è l’età dell’eventuale minore che potrebbero affidarci nel caso vi fosse esito positivo con la procedura di valutazione.
Cioè da quel che ci hanno detto per legge non può esserci una differenza di età di più di 45 anni rispetto al genitore più adulto; però ci hanno detto che nei fatti il tribunale non prende molto in considerazione questa opzione e tende a dare i bambini sotto l’anno di età a chi ha meno di 40 anni al termine dell’iter adottivo (quindi speriamo entro i 3 anni dalla presentazione della domanda…). Io che ne ho 39 al termine (speriamo) dell’iter ne avrò 42 abbiamo qualche possibilità secondo la sua esperienza di avere un bambino tra gli 0 ed i 2 anni?
Grazie
Alessio
Buongiorno, avremmo bisogno di un suo consiglio. Abbiamo presentato domanda di adozione nazionale, abbiamo due lavori solidi, un reddito superiore a 60000€, il mutuo per la casa che finisce tra pochi anni, tutti e 4 i genitori vivi e con una discreta pensione. Purtroppo abbiamo appena scoperto che mio marito è iscritto nel registro dei cattivi pagatori poichè, anni fa, ha posto la firma di garanzia per un prestito del fratello che ora sta in causa con la banca. Può questo impedirci o creare difficoltà per l’abilitazione? Il tribunale valuta anche queste casistiche? Come dobbiamo comportarci?
Salve se mi mandi tuo indirizzo email ti mando la pratica che ha fatto mia sorella 4 anni fa
Ma è sicuro che ti danno la bambina io e il mio compagno abbiamo due case e tutti i genitori vivi speriamo me la danno subito italiana a l’orfanotrofio di Roma ma non voglio adottare a distanza me la voglio crescere io a casa
Buongiorno
Avrei bisogno di una informazione. Convivono da novembre 2014 e sono sposata dal 1 Giugno del 2015. Vorrei saper a se è possibile avviare la pratica di adozione da gennaio 2017 considerando che il percorso per avere l’idoneità da quanto mi sembra di capire dura da un minimo di sei mesi in poi. Nel frattempo raggiungeremo i tre anni.
Grazie
“Art. 6 – 1. L’adozione è consentita a coniugi uniti in matrimonio da almeno tre anni. Tra i coniugi non deve sussistere e non deve avere avuto luogo negli ultimi tre anni separazione personale neppure di fatto. [...]
Art. 6 – 4. Il requisito della stabilità del rapporto di cui al comma 1 può ritenersi realizzato anche quando i coniugi abbiano convissuto in modo stabile e continuativo prima del matrimonio per un periodo di tre anni, nel caso in cui il tribunale per i minorenni accerti la continuità e la stabilità della convivenza, avuto riguardo a tutte le circostanze del caso concreto. ”
Dal punto di vista della normativa i tre anni sono necessari per adottare e non per attivare l’iter…
Lasciatemi fare alcune considerazioni (e divagazioni) sul tema: le risorse dei servizi sociali (cioè le persone che operano sul campo) sono generalmente limitate, quindi i tempi di risposta del sistema sono solo in teoria quelli enunciati dalla normativa.
In genere ci sono dei ritardi che variano molto da regione a regione (perché le aziende socio-sanitarie locali dipendono dalla sanità è regionale). Non sono certo i ritardi biblici che a volte si evidenziano nell’attesa di una prestazione sanitaria pubblica, ma il meccanismo è lo stesso.
Quindi dopo la consegna della disponibilità all’adozione in tribunale possono già passare alcune settimane prima di essere contattati dai servizi che “mediamente” terminano l’indagine in sei mesi, ma che a volte chiedono più tempo.
In linea di principio è lecito presentarsi alla cancelleria del tribunale e presentare le domande qualche mese prima. I tempi successivi sono a discrezione del tribunale prima e dei servizi poi e i tempi dell’adozione sono spesso dilatati e fatti di attese (anche se in alcuni momenti chiave possono diventare frenetici).
Nel vostro caso i tre anni di convivenza ricorrono nel novembre ’17 e personalmente trovo che attivarsi a gennaio sia un po’ troppo precoce, attenderei fino all’estate; nel frattempo seguirei qualche incontro, mi documenterei, maturerei quella consapevolezza dell’adozione che semplifica molto il percorso e il confronto con gli operatori (servizi, tribunale, enti autorizzati).
Questa mia convinzione deriva soprattutto dalla sensazione che gli operatori siano meglio disposti verso coppie con un desiderio determinato ma pacato piuttosto che con un bisogno frenetico di un figlio, ma, come cita il comma 4, ciò che si cerca è soprattutto la stabilità del rapporto che può dipendere da molti altri fattori personali, dalla storia personale e di coppia, ecc….
salve il mio nome ë Albany sono italo venezuelana,mi trovo in vacanza nel mio paese natale ho conosciuto una bimba figlia di una cugina di mia madre alla quale mi sono molto affezzionata;purtroppo la mamma non puo prendersi cura di lei,xk economicamente nn ha le possibilita visto k sono poverissimi;io vorrei adottarla e lei vorrebbe darmela perch´sa che la bimba ci vuole davvero bene ed e molto legata ai miei figli,io non sn sposata vorrei sapere se per l’adozione devo rivolgermi al consolato italiano qua perche i miei figli nn hanno ancora la cittadinanza venezuelana quindi vorrei adottarla con i miei documenti italiani.ci vuole molto tempo per questo?io voglio salvarla anche da una brutta fine,e tra un po torno in italia come devo fare aiutatemi
Ciao Gabriele,
una domanda….per far riconoscere in Italia un Decreto di adozione estero, ma EU, senza che ci siano i due anni precedenti di residenza nel paese estero, quale è la prassi? Come e a chi dobbiamo chiedere e quali sono i documenti da presentare?
Grazie mille
Per una coppia sposata che vuole adottore un bambino e il marito è l’unico che abbia avuto un figlio ma dal precedente matrimonio, dove il quale ha precedenti di terrorismo psicologico sull’ex moglie e l’ha cacciata fuori di casa incinta prima che nascesse il bambino senza alcuna fonte di sostentamento, il figlio, ormai maggiorenne può opporsi all’adozione per evitare ulteriori maltrattamenti anche sul bambino adottato usato per riempire un vuoto creato da una crisi di mezza età e fingere che non sia successo niente?
Che domanda complessa! Rimando all’avvocato e alla psicologa per delle risposte puntuali, ma provo ugualmente a fare alcune piccole considerazioni.
Ci sono aspetti legali e aspetti psicologici riguardanti l’idoneità all’adozione di una delle componenti della coppia. Dal punto di vista legale ci sono aspetti legati al riconoscimento del primo figlio. al suo affidamento, ecc. Dal punto di vista psicologico ci sono gli eventuali rapporti problematici con la famiglia allargata e il giudizio sulle capacità genitoriali dei componenti la coppia.
Tutto ciò mediato dal fatto che chiunque ha diritto di cambiare il proprio atteggiamento verso aspetti importanti e intimi della vita come l’essere genitore, la costruzione di una famiglia, ecc. In altre parole, se la persona in oggetto volesse e potesse generare un figlio con l’attuale moglie, nessuno potrebbe impedirlo. Nel caso specifico dell’adozione, probabilmente, se i servizi sociali fossero a conoscenza del vissuto della persona avrebbero cura di approfondire i contorni psicosociali dell’accaduto per poter stilare una relazione più completa da presentare in tribunale.
Ecco la risposta dell’avvocato Monica Ravasi:
“Il figlio soprattutto se maggiorenne viene ascoltato se convivente con i genitori. Immagino che il maggiorenne non sia convivente del padre adottante e quindi i servizi potrebbero non sentirlo ma lui potrebbe far avere un suo scritto in Tribunale con il quale spiega le sue ragioni. Poi saranno i servizi e il tribunale a dire se gli adottanti possono o meno adottare.”
buon giorno, l’anno scorso, nel mese di ottobre, ho patteggiato 14 mesi con il Tribunale;
abbiamo due figli in affido e, dal mese di maggio, la maggiore compie 18 anni e, di comune accordo, abbiamo intenzione di procedere alla sua adozione;
la presenza del patteggiamento può in qualche modo pregiudicare l’adozione?
grazie mille
Ciao,
io e mio marito siamo sposati dal settembre del 2013.
Stiamo pensando di adottare un bambino, pensiamo però all’adozione nazionale.
Io ho quasi 36 anni e mio marito quasi 46, la nostra età pregiudica la possibilità di adottare?
Io lavoro a tempo determinato in una scuola primaria, mentre mio marito lavora da 20 in un’azienda, abbiamo un mutuo, non siamo una coppia ricca, ma non ci manca nulla, questo può pregiudicare la possibilità di adottare?
Sono un po’ preoccupata.
Grazie
Valentina
L’avete scritto voi: “…non vi manca nulla” anche per poter adottare.
La normativa italiana garantisce la possibilità di adottare a tutte le coppie (con i requisiti di età e stabilità, ecc). Il censo non è una discriminante (entro i limiti della garanzia di accogliere un bambino in una situazione che non sia di degrado). Vengono richieste disponibilità, empatia, attenzione, capacità di attivare risorse psico-emotive e fisiche sufficienti, e così via. Anche il grado di istruzione non è una discriminante. La capacità di dominare l’ansia non guasta perché l’adozione (prima e dopo l’accoglimento del bambino) porta con sé delle situazioni potenzialmente ansiogene (ma anche la gestazione e il parto lo fanno). Quindi la preoccupazione è giusta, è sana, basta che sia “tenuta a bada”, che sia la molla per essere preparati e attivi (con letture, incontri, ecc.).
La scelta di perseguire solo l’adozione nazionale è sicuramente una scelta, almeno in parte, motivata dai costi sempre più alti delle adozioni internazionali, però implica una notevole riduzione delle probabilità di raggiungere l’obiettivo (avere un figlio). Le adozioni nazionali sono caratterizzate da uno squilibrio tra l’offerta di disponibilità delle coppie e l’effettivo numero dei minori adottabili (cioè in stato di abbandono). Le adozioni internazionali comportano incertezze riguardanti i tempi di conclusione dell’iter, ma in genere garantiscono il successo del progetto di avere un figlio. Con un po’ di attenzione posta sulla scelta dell’ente e del paese e senza incidenti è possibile adottare in due – tre anni. Per questo il mio consiglio rimane sempre di intraprendere i due percorsi insieme (due disponibilità da presentare alla cancelleria) il percorso di indagine dei servizi psico-sociali è lo stesso e raggiunta l’idoneità (all’adozione internazionale) si ha circa un anno per decidere quale strada intraprendere.
Buongiorno, siamo una coppia giovane 28 e 29 anni, stiamo insieme da 6 anni e conviviamo da 4 e a giugno ci sposiamo. Io sono Italiana ed il mio compagno Rumeno, abbiamo una casa di proprietà (con mutuo) e io al momento sono in disoccupazione, ciò nonostante facciamo una bella vita, non ci manca nulla. Il nostro sogno è di avere un figlio, che purtroppo non vuole arrivare naturalmente. la mia domanda è quando ci consiglia di presentare la domanda? con le nostre caratteristiche abbiamo qualche possibilità al momento secondo lei? visto che il mio compagno è Rumeno ce la possibilità in caso di fare richiesta anche in Romania?
Grazie mille per l’attenzione
Jessica
Ciao, Jessica. Sono una mamma adottiva, e dato che non ti è arrivata una risposta te la do io, facendo la condivisione di un link dal quale puoi avere la conferma che una coppia mista come la vostra può presentare domanda per l’adozione internazionale e, una volta ottenuto il decreto di idoneità, dare il mandato ad un ente autorizzato che opera in Romania.
https://www.aibi.it/ita/romania-finalmente-riaprono-le-adozioni-internazionali-ai-bi-accreditata-chi-puo-adottare-un-minore-rumeno/
Dovete però dimostrare un periodo di convivenza di almeno tre anni: legge 149/2001 articolo 6 comma 4.
http://www.camera.it/parlam/leggi/01149l.htm
Per quanto riguarda invece il tuo ultimo quesito, cioè se potete presentare domanda di adozione anche in Romania, direi che è necessario che tuo marito si informi, o direttamente nel suo paese di origine o rivolgendosi all’Ambasciata rumena in Italia, che qualora non fosse a conoscenza delle procedure può indirizzarlo correttamente. Un cordiale saluto.
Buongiorno a tutti,
avrei bisogno di risolvere un dubbio.
Siamo una coppia sposata, ma per un certo periodo ci siamo ufficialmente separati e poi ricongiunti perchè è amore nonostante i problemi.
Qualcuno sa dirmi se questa separazione legale e ufficiale temporanea, sarà motivo di non idoneità all’adozione?
Desideriamo una famiglia con tutto il cuore, ma non credo il mio cuore sopporterebbe questa ennesima chiusura alla speranza, non di nuovo.
Qualcuno sa rispondermi?
Grazie
salve, io e mio marito abbiamo rispettivamente 48 e 47 anni, siamo sposati solo da 5 anni. Inizialmente avevamo pensato alla procreazione assistita, tant’è che avevamo fatto anche tutti gli accertamenti, ma non ci sembrava giusto visto che ci sono dei bambini già nati e costretti a vivere in orfanotrofio. Oltre all’età, c’è un altro problema, qualche anno fa ho avuto una brutta depressione, con un tentativo di suicidio. Cosa di cui mi sono pentita subito, ma in quel momento non capivo più nulla. Da questa cosa ne sono uscita più forte e sicura che non ci sarà mai una seconda volta. Mi chiedevo se con queste premesse c’è la minima possibilità di adottare un bambino.
Salve io ho 45 anni ,mio marito 52 ,purtroppo non possiamo avere figli, quale sarebbe la iter più breve per adottare Uno? Qual è l età del bambino che ci verrà, eventualmente dato in adozione? Grazie
Salve, Catia. Io e mio marito abbiamo adottato tanti anni fa: eravamo giovani ma abbiamo scelto comunque di adottare una bambina grandicella, perchè sapevamo che i bambini piccoli trovano più facilmente una famiglia. In seguito ne abbiamo adottata un’altra, una preadolescente. Tutte e due italiane. Voi siete un po’ in là con l’età, e comunque sappiate che il percorso per adottare, sia in Italia che all’estero, è piuttosto lungo per tutti, giovani o meno giovani. A voi verrebbe sicuramente abbinato un bambino grande, quindi dovete prepararvi per bene. La formazione è importantissima: io vi consiglio, parallelamente alla presentazione della domanda, di cercare un gruppo di genitori adottivi e di frequentarlo.
Adottare un bambino grande, bambini sempre più grandi.
http://www.italiaadozioni.it/?page_id=750
Salve mia figlia e stata adottata da mia sorella ma compiuto 18 anni e ritornata dalla madre..ora mia sorella vuole togliere l adozione e del cognome dato a mia figlia..quali sono le procedure per togliere l adozione?
Che domanda triste, Mirco! Spero che prima o poi ti risponda l’avvocato. Io non sono un’esperta ma a naso ti dico che l’adozione non si può “togliere”… Questo però per quanto riguarda l’adozione legittimante, che è assimilabile in tutto e per tutto alla filiazione biologica. Ne consegue che un figlio adottivo è figlio e basta, quindi porterà per sempre il nuovo cognome. A meno che non venga abbandonato (di nuovo) e adottato da qualcun altro. Penso tuttavia che tua sorella abbia adottato tua figlia, che poi è diventata per legge figlia sua, tramite l’articolo 44, quindi si dovrebbe trattare di . Che è comunque un’adozione. Aspetta comunque la risposta dell’avvocato.
Chiedo scusa, all’ultima riga manca un pezzo. Dicevo che penso si tratti di una “adozione in casi particolari”.
Sono un marittimo e pertanto lavoro a bordo di navi da crociera con tempi di circa 5 mesi a bordo e 2 mesi a casa. Posso adottare un bambino? Grazie, Salvatore.
Buonasera,
Io e il mio compagno conviviamo da 7 anni.Abbiamo due splendidi figli,maschietti di 18 mesi e 6 anni.Abbiamo casa di proprietà,nonni vivi e due lavori da dipendenti che ci portano un buon reddito complessivo.
Se decidessimo di adottare (procedendo dunque con il matrimonio civile e il successivo riconoscimento degli anni di convivenza),secondo lei,abbiamo più possibilità di altri di adottare avendo già due bimbi piccoli?
Magari è una domanda sciocca… ma grazie lo stesso
Avreste le stesse possibilità di altri. Dipende molto anche dalle motivaIoni che ci conducono ad una scelta del genere.
Ciao, Valentina. La tua non è certo una domanda sciocca, anzi! Due persone, che sono già genitori e che desiderano allargare la famiglia, hanno tutt’altro che un progetto “sciocco”… Naturalmente, come tu già sai, dovete prima sposarvi e dimostrare una convivenza antecedente al matrimonio di almeno tre anni. Mi permetto di aggiungere un mio personale commento a quanto ti è stato detto in merito alla maggiore o minore possibilità di adottare in presenza di figli piccoli. E’ vero, ti è stato scritto che avete le stesse possibilità di altri, ma con un “dettaglio”: i tribunali minorili, credo la maggioranza, attuano una prassi secondo la quale il bambino che arriva in adozione deve avere all’incirca due anni in meno del figlio già presente in famiglia, o, nel vostro caso, due anni in meno del vostro secondogenito. Considerando quindi che i bambini sani piccolissimi, sia in Italia che all’estero, disponibili per l’adozione sono veramente pochi (esclusi quelli con bisogni speciali, che perciò consentono agli aspiranti genitori adottivi di entrare in un percorso preferenziale), chi valuterà la vostra disponibilità dovrà tener conto della composizione del vostro nucleo familiare, oltre ovviamente alle complesse dinamiche psicologiche riguardanti l’inserimento di un figlio adottivo in presenza di fratelli.
Salve
Scusate la domanda forse banale. Abbiamo chiesto e ottenuto idoneità per l adozione nazionale e internazionale. Cosa dovremmo fare nel caso perdessimo o cambiassimo il nostro lavoro (quello che avevamo dichiArato in sede di indagine) ?
Va comunicato al tribunale ?
Nel caso di semplice cambio del lavoro con stipendio identico a quello precedente va comunicato sempre al tribunale ?
Grazie mille
Salve, Riccardo. Io vi consiglierei in ogni caso di comunicare al tribunale qualsiasi cambiamento, la cosa sarà molto apprezzata.
Buonasera ,
Noi siamo rumeni con doppia cittadinanza ( rumena e italiana ) , siamo sposati da 13 anni, abbiamo due figli , uno da 12 anni e uno da 3 anni. Siamo una famiglia normale , tutti i due lavoriamo a tempo indeterminato, due stipendi normali …. e vorremo tantissimo addotare un altro bambino (qua in Italia ) … offrire tanto amore e una vera famiglia a una bambina o bambino che purtroppo è stato sfortunato …. abbiamo qualche possibilità? ??
sono una ragazza di venti anni mio nazionalità é nigeriana,il mio patrigno che é italiano vuole adotarmi ,cosa dobbiamo fare ?
Buonasera..
Sono madre di 2 figli.. La prima figlia 12 anni in fase di adozione speciale da parte del mio compagno col quale convivo da 9 anni e da cui ho avuto il mio secondo figlio.. Abbiamo conosciuto un bambino tramite mia figlia.. Un tesoro dolcissimo e dopo lunghe chiacchierate abbiamo scoperto essere affidato temporaneamente ad una famiglia.. La mia domanda è c’è una qualche remota possibilità di chiedere l’affidamento di questo bambino..
Scusate, non c’è più nessuno che ci può aiutare con delle risposte …. grazie
Gentile Mariana,
ci scusi del ritardo nel risponderle, ma il suo post era finito purtroppo negli spam. Da ciò che ci scrive possiamo senz’altro dire che avete tutte le chance di proporvi per adottare un bambino. Il fatto di essere genitori biologici di per sè non è ostativo all’adozione.Per maggior completezza delle informazioni vi invitiamo a leggere nella sezione legale del sito la guida all’adozione che vi potrà essere d’aiuto nel percorso. Un cordiale saluto.
Sono incinta e sto considerando l’adozione per il mio bambino
Carissima Nadia, sono medico, mamma adottiva e collaboro con Italia Adozioni.
In questi mesi di gravidanza ti consiglio di non rimanere da sola. Rivolgiti ad un consultorio, ai servizi sociali del tuo comune di residenza, e comunque ad un ginecologo, per essere sostenuta sia dal punto di vista fisico che psicologico.
Se deciderai per l’adozione, secondo la legge italiana, al momento del parto in Ospedale, avrai la possibilità di non riconoscere il neonato, rimanendo anonima. In questo modo il bambino verrà immediatamente preso in carico dai Servizi Sociali,ed è possibile avviare rapidamente le pratiche perché possa essere adottato: quindi l’adozione non è una preoccupazione della madre che, una volta ripresa dal parto, può tornare a casa. La legge prevede anche un periodo durante il quale è possibile per la madre biologica un eventuale ripensamento della scelta compiuta in ospedale.
Un abbraccio forte, Paola
Volevo solo precisare a Nadia che molti magistrati , che negli anni hanno dovuto occuparsi di casi nei quali degli adottati volevano far aprire il proprio fascicolo, per ricercare le proprie origini, hanno notato che, anche poche notizie personali e sanitarie, lasciate da : “madre che non vuole essere nominata”, erano utili a “chetare” le mille domande dei figli adottati ; perciò, ove Nadia pervenisse a questa, certamente dolorosa ma evidentemente necessaria decisione, dovrebbe lasciare all’ ospedale gli elementi sanitari, ( allergie, intolleranze, anche della famiglia, malattie genetiche ecc.) e qualche notizia sulle motivazioni perché, in questo modo, anche la famiglia adottiva, avrà elementi per rispondere e per “contenere” il trauma del figlio/a.
A conclusione del mio commento dal sapore burocratico, lascio una “piccola analisi del testo” : “considerando l’ adozione” è una frase che denota istruzione e esitazione e “per il mio bambino” . . come tutti capiamo, è un termine “tenero e partecipativo”; non è “figlio” e non è “feto” nè “frutto della gravidanza indesiderata” perciò . . . .occhio! magari qualcuno che l’ aiuta a non optare per questa scelta si trova.
….leggendo solo dopo,che ho postato io, il suo post…i figli adottati subiscono tutti il trauma essere “abbandonati” dalle madri biologiche secondo Lei? Io ho scelta della IVG o l’adozione…una gravidanza non prevista scoperta per caso…lasciandomi in crisi esistenziale già con una decisione tra uccidere o lasciare vivere…ma con consapevolezza per tutta il resto della vita…che il figlio adottato sarà traumatizzato ovunque? Scelgo l’IVG?
…una decisione molto difficile che devo affrontare…posso essere sicura,che il neonato che decido dare all’adozione troverà una famiglia e non resterà da solo in una struttura?
Cara Gianna, quale madre adottiva, posso garantirti che il neonato, in Italia, trova subito genitori adottivi perché la tendenza è dare il bambino in affido ad una famiglia il più presto possibile . . .. la nuova famiglia lo amerà ma, purtroppo, nessuno sa dire se il trauma dell’ abbandono potrà, o meno., influenzare la sua vita . … intanto influenzerà la tua perché tu, pur avendo la coscienza più leggera, perchè non ti sentiresti “come se” avessi “ucciso” qualcuno, più tardi potresti pentirti del tuo gesto e questa è una cosa che nessuno può predire.
di converso. . . . tuo figlio potrebbe avere la possibilità di crescere in una famiglia che lo desidera, se la sua madre biologica non lo desidera
Questo tipo di scelte nella vita di una donna sono sempre dolorose, nell’uno e nell’altro caso.
Comunque, sappi che, come ti diceva Saggiavale, i bambini non riconosciuti alla nascita trovano rapidamente genitori adottivi, che sono coppie che hanno passato una trafila di indagini ed esami, alla fine dei quali vengono dichiarate idonee all’adozione.
Un abbraccio
Salve, con il consenso di 2 genitori degli adottandi si può avere l’idoneità?
Gentile Salvatore,
la invitiamo a leggere con attenzone la sezone GUIDA ADOZIONI, in particolar modo la pagina dedicata ai “Requisiti per adottare” http://www.italiaadozioni.it/?page_id=156. Il consenso dei genitori degli adottandi serve per poter presentare la propria disponibilità all’adozione. Cordiali sluti.
Ivana Lazzarini
Gent.le Ivana ,quindi con solo 2 firme la domanda non viene accolta !!!
Ciao Salvatore, sono anch’io una mamma adottiva e provo a rispondere alla tua domanda. I genitori della coppia che intende adottare sono chiamati a sottoscrivere un documento che rappresenta una sorta di presa di coscienza dell’iter adottivo che i loro figli stanno cominciando e che si concluderà con l’arrivo in famiglia del minore. Tale dichiarazione non è tra i documenti obbligatori da presentare in Tribunale unitamente alla dichiarazione di disponibilità all’adozione ma certamente costituisce un documento importante perché permette al tribunale di verificare , almeno sulla carta, che tutta la famiglia e non solo la coppia è a conoscenza dell’iter adottivo cominciato ed è pronta a sostenere ed aiutare i genitori adottivi nonché a contribuire a garantire un clima familiare forte , solido e sereno per il minore. Non dimentichiamoci che i nonni sono figure importanti nella crescita dei nostri figli. E’ importante comprendere come l’arrivo di un figlio non è un fatto solo ed esclusivo della coppia ma di tutta la famiglia e se tutti i componenti della stessa sono messi nelle condizioni di comprendere , capire e quindi accettare le nostre più intime motivazioni che ci hanno portato ad accogliere un figlio da noi non procreato ma fortemente voluto e desiderato , nostro figlio entrerà in un ambiente famigliare che lo amerà e lo accetterà e che sarà sempre il suo rifugio. Quindi a mio avviso comunicare con i nostri genitori o sorelle e fratelli la nostra scelta e coinvolgerli è importantissimo. Questo è lo scopo della dichiarazione di conoscenza che i nostri genitori dovranno firmare. Ma se non ci sono le condizioni a che i nostri genitori firmino la dichiarazione ciò non porterà inevitabilmente all’inidoneità costituirà tuttavia uno specifico motivo di approfondimento da parte dei soggetti preposti: Giudici e servizi sociali. Perché non dobbiamo mai dimenticare che il fine ultimo di un’adozione è permettere a nostro figlio di essere accolto da una famiglia che lo accetti, gli voglia bene e gli dia tanta serenità e ciò passa anche dalla consapevolezza delle persone a noi più care.
Buongiorno,
Stiamo pensando di intraprendere il percorso dell’adozione, con molti timori e tante domande. Il vostro sito ci ha già aiutato molto e quindi ne approfittiamo per chiedervi se vi occupate anche di consulenze personalizzate (già nelle prime fasi per capire bene quali sono le opzioni più giuste per noi è cosa fare) oppure se potete indicarci qualche soggetto/ente a cui possiamo rivolgerci (siamo a milano). Grazie e complimenti per quello che fate!
Gentile Arianna,
grazie dei complimenti. Fa sempre piacere vedere riconosciuti l’impegno e la passione che i volontari di Italiaadozioni mettono nel lavoro per la nostra Associazione. Vi consiglio di rivolgervi ad una Associazione di genitori adottivi. Spesso vengono proposti incontri per chi inizia il cammino adottivo. Qui trovate l’elenco, scegliete quella per voi più comoda: http://www.italiaadozioni.it/?page_id=2906. Un caro saluto
Ivana Lazzarini
Buonasera,
Io e mio marito vorremmo intraprendere il percorso dell’adoziome… volevo però già togliermi un dubbio così da non avere false speranze.
Sono ipovedente dalla nascita, ho un occhio cieco e l’altro arriva a malapena a 1/10 con correzione… preciso però che sono completamente autonoma, lavoro e mi occupo tranquillamente della casa… può essere un problema per l’adozione?
Grazie mille e buona serata
Gentile Deborha, in linea di principio per l’adozione nazionale non ci dovrebbero essere impedimenti, certo la strada è in salita, perché dovrete dimostrare ancora di più di essere capaci di accudire un figlio e di poter far fronte ai suoi bisogni. Per l’adozione internazionale, ottenuta l’idoneità, sarà compito dell’ente a cui vi rivolgerete prestare la massima cura alla vostra situazione. Vi consigliamo di rivolgervi al servizio territoriale di residenza per avere maggiori informazioni al riguardo. Un caro saluto
Ivana Lazzarini
buon giorno.mi chiamo paola e con mio marito abbiamo intenzione e desiderio di adottare un bambino.Abbiamo convissuto 4 anni ma senza documenti che lo comprovano ma molte testimonianze, e sposati da quasi uno.Volevo sapere se con delle testimonianze scritte potessero essere di valore ,se forse era meglio farsi seguire da un avvocato di famiglia che presentasse lui la domanda con le relative testimonianze.GRAZIE
Buonasera Paola, in mancanza di un’attestazione di convivenza potresti allegare all’istanza di adozione alcune testimonianze autenticate di amici ( non parenti) che attestano la vostra convivenza. Ma non essendo prevista una normativa specifica in tal senso, sarebbe conveniente che tu chiedessi direttamente al Tribunale per i minorenni territorialmente competente se accetta dette testimonianze in luogo dell’attestazione di convivenza o del certificato di matrimonio, così da verificare la prassi applicata. La domanda va presentata dagli aspiranti genitori adottivi. Circa poi l’opportunità di rivolgersi ad un legale che vi possa accompagnare e seguire nell’iter o vi possa meglio illustrare o spiegare le varie fasi , ciò è sempre possibile.
Avv. Emanuela Signorelli.
Salve,
mi chiedevo se qualcuno abbia esperienza di quale sarebbe l’iter piú appropriato da seguire per una coppia sposata e residente all’estero (in Europa). Entrambi siamo cittadini italiani iscritti AIRE e possediamo anche la doppia cittadinanza.
Grazie per l’aiuto!
Salve Nicomacos, in merito alla tua domanda, l’adozione da parte di cittadini italiani residenti all’estero è disciplinata dall’art.36 comma 4 L.n.184/1983 e prevede due procedure a seconda che gli adottanti risiedano da meno di due anno all’estero o da più di due anni.
Nel primo caso si dovrà avanzare richiesta di adozione in Italia e seguire l’iter previsto dalla nostra legge. Nel caso invece in cui si risieda da più di due anni all’estero è possibile seguire o la procedura di adozione prevista dall’Italia o la procedura applicata nel paese straniero di residenza. In quest’ultimo caso, concluso l’iter adottivo bisogna chiedere il riconoscimento della sentenza straniera di adozione in Italia . Ti consiglio di verificare la normativa del paese di residenza così da poter fare una scelta ponderata. Per maggiori chiarimenti ti invito a visitare il sito della commissione per le adozioni Internazionali.
Avv. Emanuela Signorelli.
Salve, volevo sapere se il contributo economico dei bambini in affido cessa dopo l adozione e se ci sono eventual8 contributo al momento dell’ adozione
La risposta alla prima domanda è si, il contributo cessa con l’adozione. L’adozione nazionale (quella che può che conseguire allaffido di un minore) non prevede alcun contributo.